“Disagi ferroviari a Torino: pendolari scrivono lettera aperta a La Stampa”

Date:

18 dicembre 2024 – 01:45

Da più di un decennio, Carmine Dell’Aglio, residente a Torino, prende regolarmente il treno alla stazione di Porta Nuova con destinazione Cuneo, dove svolge le sue mansioni di dirigente sanitario presso l’ospedale Santa Croce. Non sono certo scioperi, lavori in corso o intoppi legati alle condizioni atmosferiche come neve e nebbia a scoraggiare il suo impegno quotidiano. Tuttavia, nulla avrebbe potuto prepararlo all’ondata di disagi che si è abbattuta su di lui e sul collega Elia Boccellato negli ultimi tempi, spingendoli a intraprendere un’azione senza precedenti: scrivere una lettera aperta al quotidiano La Stampa.”Conosco bene le sfide del trasporto pubblico”, ammette Dell’Aglio, “e comprendo le ragioni dei ritardi occasionali. Mai avrei immaginato di dover ricorrere alle pagine di un giornale per denunciare la situazione insostenibile che i pendolari come noi stanno vivendo in questo periodo. Quasi ogni settimana mi trovo ad arrivare alla stazione di Torino e constatare con sgomento che il treno non è nemmeno partito”. In un momento in cui lo raggiungiamo al telefono mentre viaggia da Cuneo verso Torino, sente il bisogno impellente di esprimere la voce non solo sua ma anche di centinaia di altri pendolari che affrontano quotidianamente il tragitto tra Torino e Cuneo: personale ospedaliero, docenti, militari, funzionari giudiziari e studenti.Il quadro descritto da Elia Boccellato, ematologo presso l’ospedale Santa Croce e anch’egli torinese come Dell’Aglio, dipinge una realtà ancora più drammatica: “Da novembre i disagi si sono aggravati ulteriormente. Ora manca addirittura il treno delle 7:20 del mattino perché quello proveniente da Cuneo viene deviato a Bardonecchia per mancanza di convogli disponibili. Ci troviamo costretti ad attendere treni provenienti da altre località come Susa o Genova. Negli ultimi tre lunedì consecutivi abbiamo subito ritardi fino a 60 minuti, cancellazioni improvvisate e siamo stati costretti a ricorrere all’utilizzo dell’auto privata con tutte le spese accessorie che ne conseguono”.In questa situazione critica, Carmine Dell’Aglio ribadisce con fermezza: “Non ci interessano gli indennizzi economici. Ciò che vogliamo sono treni puntuali. Ogni mese paghiamo per un servizio che non ci viene erogato adeguatamente. Chiediamo ai media di fare da cassa di risonanza alla nostra condizione ormai insostenibile”.

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