12 settembre 2024 – 17:45
Le analisi finanziarie evidenziano delle discrepanze evidenti. Alcuni individui si limitano a indicare percentuali generiche, senza fornire cifre precise. Si parla di spese di sopravvivenza non meglio definite, ma ciò che emerge con maggiore chiarezza è la discrezionalità che permea ogni pagina, tabella e resoconto dei casi esaminati. Le relazioni presentate dalle associazioni antiabortiste vincitrici del primo bando del fondo Vita nascente, per un totale di 460 mila euro inviati e protocollati dalla Regione Piemonte, si differenziano notevolmente l’una dall’altra per modalità, stile e dettagli contenuti. Le risorse allocate dalla giunta Cirio per sostenere le donne in difficoltà che stanno per diventare madri o lo sono appena diventate sono oggetto di un esposto imminente presso la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica da parte della consigliera 5 Stelle Sarah Disabato. Tali risorse vengono destinate alle associazioni provita che implementano progetti presso i consultori.La Regione ha stabilito una regola fondamentale: per i finanziamenti assegnati nella prima tranche, pari a 2 milioni nel 2023 e a un milione nel 2024, sono stati selezionati 11 enti ai quali è stato assegnato un importo di 26.666 euro ciascuno. Tuttavia, una volta raggiunto l’obiettivo prefissato, l’utilizzo dei fondi pubblici è rimesso alla discrezionalità delle associazioni beneficiarie. L’unica restrizione imposta è che al massimo il 15% dei finanziamenti può essere destinato a spese di personale interno o consulenze esterne, mentre il restante importo deve essere impiegato per le attività progettuali dirette.Da questo punto in poi, ogni decisione è nelle mani dei volontari che si trovano ad affrontare situazioni delicate con donne incerte sul proseguimento della gravidanza a causa di problemi economici gravi, condizioni di salute precarie o complicazioni familiari complesse. Le associazioni operano con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che rendono difficile accogliere un figlio.Durante il periodo compreso tra dicembre 2022 e dicembre 2023, sono state assistite complessivamente 449 donne. Alcune associazioni hanno dovuto affrontare spese significative come affitti (quasi 10mila euro), acquisto di alimenti (1.293 euro) e passeggini (1.349 euro). In alcuni casi vengono menzionate erogazioni non specificate per piccole spese rivolte a 65 donne.Altre realtà forniscono dettagli più specifici riguardanti la destinazione dei fondi: il 5% per i farmaci, l’8,5% per latte e pannolini, il 44% per prodotti per l’infanzia e così via. Alcune associazioni indicano anche le somme erogate individualmente a ciascuna donna assistita: ad esempio Mamma 1 ha ricevuto mensilmente 200 euro per un totale di 2.400 euro più ulteriori contributi per gli affitti; Mamma 3 ha ottenuto due mensilità e copertura delle bollette fino a quasi 1.400 euro in totale.Queste informazioni mettono in evidenza la varietà delle situazioni affrontate dalle associazioni coinvolte nel sostegno alle neo-mamme in difficoltà economica e sociale.