Disordini e violenze nelle carceri di Ivrea e Torino: situazione critica confermata.

Date:

25 agosto 2024 – 13:45

Nelle carceri di Ivrea e Torino si sono verificati nuovi episodi di disordini, confermando la situazione critica degli istituti penitenziari piemontesi, che hanno attirato l’attenzione a livello nazionale a causa delle continue rivolte dei detenuti. A Torino, i detenuti del padiglione B hanno rifiutato di rientrare nelle loro celle a causa della presenza di scarafaggi, un problema già sollevato più volte e che ha costretto i detenuti, come denunciato da alcuni esponenti politici del Pd dopo una recente ispezione, a chiudere le fessure delle finestre con cartone e dentifricio per proteggersi dagli insetti. Questo escamotage, se da un lato protegge dalla presenza degli insetti, dall’altro impedisce il corretto ricircolo d’aria durante le giornate più calde e afosse. Il rifiuto dei detenuti di rientrare nelle celle è stato motivato anche dalla solidarietà verso un compagno che non ha potuto sottoporsi a una radiografia. La protesta ha coinvolto detenuti appartenenti alla prima, seconda e quarta sezione del padiglione ed è terminata solo in tarda serata dopo lunghe trattative con la polizia penitenziaria.A Ivrea, invece, due detenuti sono saliti sul muro del cortile chiedendo di parlare con la loro educatrice. Nel frattempo, al terzo piano dell’istituto penitenziario si è verificata una violenta aggressione tra detenuti probabilmente legata a dinamiche interne di potere. L’uomo aggredito è stato successivamente trasferito in ospedale per ricevere le cure necessarie ed è stato dimesso nella stessa serata. Al secondo piano altri due detenuti sono stati coinvolti in una rissa mentre nel reparto di isolamento due prigionieri hanno rifiutato di tornare nelle loro celle.Questi ultimi episodi sono stati segnalati dall’Osapp, il sindacato della polizia penitenziaria che da mesi chiede l’intervento urgente del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il sindacato ha evidenziato anche la carenza di comandanti di reparto sia nel carcere di Ivrea che in quello di Torino, lasciando il personale senza adeguata direzione e supporto operativo.

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