27 luglio 2024 – 08:45
La storia che desidero condividere riguarda un caso emblematico di disuguaglianza nel sistema sanitario torinese. Recentemente, mia figlia è stata vittima di un incidente e l’ambulanza l’ha trasportata al Centro Traumatologico Ortopedico (CTO), rinomato ospedale della città. Dopo un’attesa di circa tre ore, le è stata diagnosticata una frattura alla rotula della gamba destra, necessitante di un intervento chirurgico urgente. La situazione era dolorosa e invalidante: nonostante ciò, anziché ricoverarla immediatamente dopo aver immobilizzato la gamba con un tutore gessato, le è stato comunicato che l’intervento sarebbe stato rimandato a data da destinarsi, potenzialmente anche oltre un mese. Inoltre, le è stato suggerito di cercare soluzioni alternative per risolvere la questione.Mia figlia lavora e in queste condizioni fisiche precarie le sue attività sono compromesse. Considerando il tempo d’attesa per l’intervento, il periodo post-operatorio e la riabilitazione necessaria, si prospetta un periodo prolungato di assenza dal lavoro e quindi di ricorso alla malattia. Il dolore persistente richiede l’assunzione regolare di antidolorifici potenti per alleviare i sintomi.In primo luogo, vorrei evidenziare l’aspetto economico legato a questa vicenda. Se consideriamo i costi sostenuti per due mesi di assenza dal lavoro a causa della malattia, unitamente alle spese mediche e ai farmaci prescritti, ci si interroga sulla convenienza economica di inefficienze come quella riscontrata in questo caso specifico.Parallelamente all’aspetto economico, emerge una riflessione di natura etica. L’articolo 3 della Costituzione italiana sancisce il dovere dello Stato di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impedendo lo sviluppo integrale della persona umana. In questo contesto, ci si chiede come sia possibile garantire pari opportunità d’accesso alle cure mediche a tutti i cittadini, indipendentemente dalle proprie condizioni socio-economiche.Nel nostro caso fortunatamente possiamo permetterci il ricorso a cure private; tuttavia ci poniamo la domanda su cosa accadrebbe se non fossimo in grado finanziariamente di farlo. E se questa situazione coinvolgesse una persona con un impiego instabile e priva delle necessarie tutele? In tal caso, il rischio di perdere il lavoro sarebbe reale.Pertanto, anziché limitarsi a enunciare principi costituzionali nobili come quello dell’uguaglianza sociale ed economica, è fondamentale tradurli in azioni concrete volte a garantire effettivamente i diritti fondamentali dei cittadini sul territorio nazionale.