21 febbraio 2025 – 15:45
Mentre James Mangold si immergeva con maestria negli esordi di Bob Dylan in “A Complete Unknown”, la regista Giulia Louise Steigerwalt si dedicava con audacia al controverso personaggio di Riccardo Schicchi e alla sua agenzia di produzione di pellicole pornografiche degli anni Ottanta per “Diva Futura”. Una storia che suscita un interesse paragonabile a quello che si prova ogni sabato mattina guardando il programma “Super Partes” su Canale 5, dove parlamentari sconosciuti persino ai vicini di casa si raccontano. Nonostante le brillanti interpretazioni di Pietro Castellitto e Barbara Ronchi, il film trascina stancamente per oltre due ore, con una regia che richiama più a una fiction televisiva che a un’opera cinematografica e dialoghi che ricordano le chiacchiere da citofonare su Raidue. Se confrontato con il magnifico “Larry Flint – Oltre lo scandalo” di Milos Forman, che ha portato sul grande schermo la figura del creatore della rivista pornografica “Hustler”, emerge una netta differenza, quasi come confrontare la Premier League con il campionato di calcio dell’Honduras.La narrazione dei destini incrociati tra artisti e personaggi controversi del mondo dello spettacolo offre spunti interessanti per riflettere sulla società contemporanea e sui suoi tabù. La capacità dei registi di immergersi in mondi così diversi e complessi testimonia la versatilità dell’arte cinematografica nel dare voce a storie altrimenti marginalizzate o misconosciute. In un contesto culturale sempre più globalizzato, è fondamentale esplorare nuove prospettive e rompere gli schemi convenzionali per stimolare dibattiti significativi sulla rappresentazione della sessualità e della libertà artistica.In conclusione, se da un lato l’approccio narrativo di “A Complete Unknown” riesce a catturare l’anima ribelle e geniale di Bob Dylan, dall’altro “Diva Futura” sembra perdere parte del suo potenziale nell’eccessivo enfasi su uno specifico contesto storico. Tuttavia, entrambi i film offrono spunti preziosi per analizzare le dinamiche culturali e sociali del passato recente, invitando lo spettatore a interrogarsi sulle molteplici sfaccettature dell’arte e della creatività umana.