22 luglio 2024 – 07:45
Il buio della notte avvolgeva l’angolo di via Cellini, a Torino, in una serata che prometteva allegria e spensieratezza. Un giornalista in pausa dal lavoro si ritrovava lì per caso, immerso nella vivace atmosfera di festa che si stendeva per le strade. Ma la serenità fu interrotta da un improvviso tumulto proveniente dal circolo Asso di Bastoni, dove risuonavano cori e slogan carichi di significati nascosti. La curiosità spinse il giornalista ad avvicinarsi, ignaro del pericolo che si celava dietro quelle luci accese.Mentre il cronometro segnava le 23:40, il rumore dei cori si placò improvvisamente e un senso di tensione si diffuse nell’aria. Alle 23:43, il circolo sembrava pulsare di una vita propria, con voci soffuse e sguardi indagatori che scrutavano il giornalista con sospetto. In un attimo tutto cambiò: le luci si spensero e l’oscurità inghiottì ogni dettaglio circostante.Fu alle 23:50 che i primi segnali di pericolo si manifestarono, quando le voci nel circolo divennero sempre più agitate e minacciose. Il giornalista decise prontamente di allontanarsi insieme agli altri presenti, ma la violenza lo colse alla sprovvista. Un calcio alle spalle lo gettò a terra con violenza, mentre la sensazione di soffocamento lo avvolgeva come un incubo.Dopo aver trascorso ore interminabili al Pronto Soccorso dell’ospedale Molinette, il giornalista poté finalmente fare ritorno a casa con addosso i segni indelebili della violenza subita quella notte maledetta. E così, tra luci sfocate e urla disperate, la sua esistenza venne sconvolta da dodici secondi che sembrarono eternità, lasciandogli cicatrici invisibili ma profonde dentro di sé.