L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto a Novamont una significativa sanzione pecuniaria, quantificata in 30,36 milioni di euro, unitamente a un’ulteriore sanzione di 1,7 milioni di euro, applicata in solido con Eni, la società madre. Questa decisione segna una rilevante interferenza nell’operato di un’azienda leader nella produzione di bioplastiche, accusata di pratiche anticoncorrenziali protrattesi, secondo l’AGCM, dal primo gennaio 2018 al 31 dicembre 2023.Novamont, attore dominante nel panorama italiano delle materie prime bioplastiche, in particolare per la produzione di compound biologici destinati alla realizzazione di sacchetti per la grande distribuzione e sacchetti ultraleggeri per il settore ortofrutticolo, ha consolidato una posizione di mercato preponderante. L’AGCM ha evidenziato come l’azienda abbia sviluppato il prodotto “Mater-Bi”, elemento chiave per il predominio acquisito, raggiungendo quote di mercato superiori al 50% nel segmento dei sacchetti per la spesa e superando il 70% nel mercato dei sacchetti ultraleggeri.Il cuore della contestazione risiede nell’adozione di un complesso sistema di accordi, caratterizzati da clausole di fornitura esclusiva, stipulati con i trasformatori e con i principali operatori della grande distribuzione. Tale schema, a detta dell’AGCM, ha determinato una strategia di esclusione sistematica nei confronti dei concorrenti, limitando significativamente la loro capacità di penetrare il mercato e offrire alternative valide al prodotto Mater-Bi. In sostanza, Novamont avrebbe costruito una barriera commerciale artificiale, ostacolando la diversificazione dell’offerta e reprimendo l’innovazione nel settore.L’impatto negativo di tale comportamento non si esaurisce sul piano strettamente economico-concorrenziale. L’AGCM sottolinea un aspetto cruciale: l’assenza di una concorrenza vibrante nel campo delle bioplastiche compromette direttamente gli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati a livello europeo e nazionale. Un sistema competitivo aperto, con la presenza di diversi produttori e l’emergere di soluzioni innovative, sarebbe determinante per raggiungere tali obiettivi.Una sana competizione, infatti, potrebbe stimolare lo sviluppo di bioplastiche alternative, potenzialmente più efficienti in termini di risorse e impatto ambientale, e favorire la creazione di prodotti eco-compatibili più accessibili economicamente o caratterizzati da prestazioni superiori. La decisione dell’AGCM mira quindi a ripristinare un contesto competitivo più equo, promuovendo l’innovazione e contribuendo a una transizione più rapida verso un’economia circolare e sostenibile. La vicenda Novamont solleva, pertanto, interrogativi fondamentali sul ruolo dell’antitrust nella tutela non solo della concorrenza, ma anche della sostenibilità ambientale e del progresso tecnologico.