La discussione in corso riguardante una possibile revisione dei protocolli di valutazione per il rinnovo della patente di guida, oltre determinate soglie anagrafiche, è innescata da un’emergenza di dati, non da mere opinioni o sensazioni.
L’analisi dei recenti flussi di informazioni provenienti da diverse fonti – statistiche sugli incidenti, registri medici, risultati dei test di idoneità – rivela tendenze preoccupanti che impongono un’attenta rivalutazione del sistema attuale.
Il nocciolo della questione non risiede nell’età in sé, bensì nella potenziale correlazione tra l’avanzare dell’età e un progressivo deterioramento di alcune funzioni cognitive e fisiche cruciali per la sicurezza stradale.
Questo deterioramento, pur non essendo generalizzato o inevitabile, può manifestarsi in modi sottili ma significativi: riduzione della capacità di elaborazione delle informazioni visive, rallentamento dei tempi di reazione, diminuzione della percezione della profondità, maggiore difficoltà nell’orientamento spaziale, alterazioni nella valutazione del rischio e, in alcuni casi, presenza di patologie mediche non sempre ben documentate o gestite.
L’attuale sistema, basato prevalentemente su test pratici e teorici standardizzati, potrebbe non essere sufficientemente sensibile per individuare questi cambiamenti graduali e spesso impercettibili, che possono compromettere la capacità di guidare in sicurezza, soprattutto in situazioni complesse o di emergenza.
La dipendenza da test “a risposta chiusa” rischia di fornire un quadro parziale e fuorviante, non riflettendo la reale capacità del candidato di applicare le proprie conoscenze e competenze in contesti dinamici e imprevedibili.
È quindi necessario un approccio più sofisticato e personalizzato.
Si tratta di sviluppare nuovi strumenti di valutazione che integrino elementi di valutazione neuropsicologica di base, mirati a misurare la capacità di attenzione, memoria, elaborazione visuo-spaziale e capacità decisionali.
L’introduzione di simulazioni di guida avanzate, che replicano scenari realistici e presentano sfide specifiche, potrebbe offrire una valutazione più completa rispetto ai test tradizionali.
Parallelamente, sarebbe cruciale rafforzare il ruolo del medico certificatore, dotandolo di strumenti e linee guida più precise per valutare lo stato di salute generale del candidato e identificare eventuali fattori di rischio non immediatamente evidenti.
La revisione del sistema non deve necessariamente implicare un inasprimento delle regole per tutti.
Si potrebbe prevedere un sistema modulare, in cui il livello di approfondimento della valutazione sia proporzionale all’età del candidato e alla presenza di eventuali fattori di rischio preesistenti.
Inoltre, è fondamentale garantire la trasparenza del processo e fornire ai candidati informazioni chiare e accessibili sui criteri di valutazione e sulle possibilità di recupero in caso di esito negativo.
In definitiva, l’obiettivo non è penalizzare i conducenti anziani, ma salvaguardare la sicurezza di tutti gli utenti della strada, implementando un sistema di valutazione più efficace, personalizzato e basato su evidenze scientifiche solide.
Un sistema che, lungi dall’essere un mero adempimento burocratico, diventi uno strumento proattivo per promuovere una mobilità più sicura e sostenibile per tutti.