Durante l’analisi dei beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza rispetto alle nuove misure introdotte per l’Assegno di inclusione e il Supporto alla formazione lavorativa, si è potuto constatare che il 60% di essi è poi diventato beneficiario dell’Adi/Sfl. Questo dato conferma un’allocazione più precisa delle risorse verso i nuclei familiari con componenti vulnerabili, come minori, disabili, anziani e individui in condizioni svantaggiate certificati dai servizi sociali, come evidenziato dall’Inps. Sorprendentemente, il 25% dei nuclei che ricevevano il reddito non ha presentato domanda né per l’Adi né per il Sfl, mentre per il restante 15% la richiesta è stata respinta. Questa analisi mette in luce la complessità e le sfide nell’erogare aiuti mirati a chi ne ha effettivamente bisogno, sottolineando l’importanza di una gestione oculata delle risorse pubbliche per garantire un sostegno efficace alle fasce più vulnerabili della società.
Efficiente gestione delle risorse per un sostegno mirato alle fasce vulnerabili
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