08 febbraio 2025 – 12:52
L’episodio è stato un vero e proprio momento di emergenza, ma risulta difficile comprendere l’enorme clamore mediatico che ha suscitato. Ciò perché probabilmente pochi sono a conoscenza di un precedente avvenuto negli anni novanta nella provincia di Sondrio, quando un cane da ricerca rimase ferito e i veterinari dovettero fare ritorno in fretta alla base con l’elicottero per sottoporre il prezioso animale a un delicato intervento chirurgico direttamente nel pronto soccorso di un ospedale valtellinese.In una nota ufficiale, l’Associazione Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (AIDAA) ha espresso la sua “totale solidarietà” al dottor Gianluca Fanelli, il quale ha ammesso di aver portato la propria gatta ferita a sottoporsi a una Tac e al drenaggio di un pneumotorace presso l’Ospedale Parini di Aosta, dove ricopre il ruolo di responsabile della struttura semplice di Radiologia e Neuroradiologia Interventistica.Riguardo all’intervento avvenuto negli anni novanta in Valtellina, come riporta l’AIDAA, “quel gesto salvò la vita del cane e all’epoca non ci furono polemiche ma solo un sentito ringraziamento per aver preservato la vita dell’animale da soccorso”.Per quanto concerne il caso verificatosi ad Aosta, l’AIDAA ha dichiarato che è pronta a farsi carico delle eventuali spese sostenute dal dottor Fanelli presso la struttura ospedaliera pubblica della città.Questa vicenda mette in evidenza non solo la dedizione dei professionisti verso gli animali feriti, ma anche l’importanza della solidarietà e del supporto reciproco nella comunità medica e tra gli amanti degli animali.
