Eni e Snam, due colossi dell’energia in Italia, hanno recentemente dato il via alle operazioni di iniezione di biossido di carbonio all’interno di un giacimento esaurito di metano situato a Ravenna. Questa iniziativa segna l’avvio del progetto Ravenna Ccs, una joint venture che unisce le forze dei due gruppi per realizzare il primo impianto italiano dedicato alla cattura e allo stoccaggio permanente del CO2. L’obiettivo principale di questa iniziativa è quello di offrire un servizio essenziale alle industrie della zona, consentendo loro di decarbonizzare le proprie produzioni e ridurre l’impatto ambientale legato alle emissioni di gas serra.Il progetto Ravenna Ccs rappresenta un importante passo avanti nella transizione verso un’economia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Grazie alla tecnologia all’avanguardia impiegata per la cattura e lo stoccaggio della CO2, Eni e Snam si pongono all’avanguardia nel settore dell’energia pulita e dimostrano il loro impegno concreto nella lotta ai cambiamenti climatici.La scelta di utilizzare un giacimento esaurito per lo stoccaggio del biossido di carbonio garantisce una soluzione sicura ed efficace per la gestione delle emissioni, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale delle attività industriali presenti nella zona. Inoltre, l’iniziativa favorisce lo sviluppo di competenze tecniche e professionali nel settore della cattura e dello stoccaggio della CO2, promuovendo la crescita economica e occupazionale del territorio.In conclusione, il progetto Ravenna Ccs si configura come un modello virtuoso di collaborazione tra grandi aziende per affrontare le sfide legate alla transizione energetica e alla lotta ai cambiamenti climatici. Grazie a questa iniziativa innovativa e ambiziosa, Eni e Snam dimostrano il loro impegno a favore della sostenibilità ambientale e dell’adozione di pratiche industriali sempre più eco-compatibili.
“Eni e Snam avviano il progetto Ravenna Ccs per la cattura del CO2”
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