Enti locali sotto i riflettori per violazioni par condicio: aumento del 171% in 5 anni. Proposta di revisione normativa per limitare divieto comunicazione istituzionale solo agli enti coinvolti nelle elezioni.

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24 luglio 2024 – 14:15

Durante l’epoca attuale, non è più possibile individuare nella radio e nella televisione gli unici responsabili delle presunte violazioni della par condicio a livello regionale: ora sono gli enti locali ad essere sotto i riflettori. In soli cinque anni, i casi di infrazione sono aumentati del 171%, come riportato durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Pirelli a Milano dal Corecom Lombardia. Il Presidente Cesare Gariboldi ha presentato i risultati emersi dall’analisi condotta dal Comitato sulle segnalazioni di violazione della legge sulla par condicio in occasione delle elezioni europee e amministrative del 2024. Su un totale di 65 segnalazioni ricevute, la stragrande maggioranza (55) coinvolge le pubbliche amministrazioni, mentre solo una riguarda una stazione radiofonica. È interessante notare che le modalità di trasgressione stanno cambiando: su 86 casi segnalati, solamente 18 coinvolgono i media tradizionali come giornali e volantini cartacei, mentre ben 68 sono riconducibili alle piattaforme online, soprattutto ai social network.La legge sulla par condicio, all’articolo 9, vieta alle amministrazioni pubbliche di svolgere qualsiasi forma di comunicazione dalle elezioni fino al termine delle operazioni di voto, fatta eccezione per quelle impersonali e indispensabili. Tuttavia, imporre un blocco totale della comunicazione istituzionale per almeno due mesi prima delle elezioni sarebbe non solo anacronistico ma anche dannoso per i cittadini e per gli Enti coinvolti. Il Corecom ha adottato un approccio interpretativo improntato al buon senso e alla modernità, evitando sanzioni nei confronti dei Comuni per l’uso del logo istituzionale su manifesti o per la presenza del sindaco con le bandiere nel background.È fondamentale distinguere tra comunicazione istituzionale e propaganda politica e garantire una sorveglianza attiva da parte degli organi preposti al controllo; tuttavia ciò non deve tradursi in una paralisi indiscriminata dell’attività comunicativa, nemmeno per gli Enti non coinvolti nelle elezioni in corso. Una modifica essenziale alla normativa vigente dovrebbe concentrarsi sul limitare il divieto di comunicazione istituzionale esclusivamente alle amministrazioni direttamente coinvolte nelle consultazioni elettorali in corso.

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