08 agosto 2024 – 19:13
L’opera straordinaria di Rossini, Ermione, si distingue per la sua sperimentazione e l’audacia nel rompere le convenzioni musicali classiche. Nonostante la trama tragica attinga alla classicità, l’opera rappresenta un unicum nella storia compositiva del celebre compositore. Il maestro Michele Mariotti, che si appresta a dirigere l’Ermione al Rossini Opera Festival, descrive l’opera come un capolavoro del futuro, anticipando il suo carattere innovativo. Rossini stesso, dopo un iniziale insuccesso e il ritiro dell’opera dalla scena teatrale, aveva previsto che sarebbe tornata alla luce solo dopo la sua morte. Eppure, Ermione rappresenta una svolta nella produzione rossiniana, con le sue melodie sfumate e i contrasti tra suoni freddi e dolci momenti amorosi. Nonostante la rarità delle rappresentazioni di Ermione, Mariotti sottolinea che ciò non dipende dalla qualità dell’opera ma piuttosto dalla complessità delle parti vocali richieste: un soprano agile e potente per Ermione, un tenore alto per Oreste e un baritenore per Pirro. Nell’edizione attuale al Rossini Opera Festival, sotto la regia visionaria di Johannes Erath, spiccano le interpretazioni di Anastasia Bartoli nel ruolo principale, Victoria Yarovaya come Andromaca e Enea Scala nei panni di Pirro. Il cast si completa con Juan Diego Florez (Oreste), Antonio Mandrillo (Pilade), Michael Mofidian (Fenicio) e altri talentuosi artisti.Ermione continua a emergere come un’opera avanguardista e affascinante, capace di catturare l’attenzione del pubblico con la sua modernità e complessità emotiva. Il suo ritorno sulle scene è sempre un evento da non perdere per gli amanti della musica classica e dell’innovazione artistica.