08 febbraio 2025 – 12:45
Arianna Bartolozzi, agente di polizia penitenziaria di 33 anni, si ritrova ancora a rivivere con sgomento l’episodio che ha sconvolto la sua giornata al carcere Lorusso e Cutugno. Il suo volto, solitamente sereno, riflette ora la tensione vissuta quando il figlio di un detenuto ha improvvisamente accusato un malore. Il suo istinto materno si è risvegliato in lei con una forza travolgente: quel bambino aveva bisogno del suo aiuto e lei non poteva esitare.Il cianotico colorito del piccolo le ha fatto temere il peggio, ma senza esitazione Arianna ha preso in mano la situazione. Ogni istante è stato cruciale e la sua prontezza d’azione ha giocato un ruolo determinante nel salvare la vita del bambino. Le sue mani esperte hanno agito con fermezza e determinazione, mentre il cuore le batteva all’unisono con quello del piccolo paziente.Oggi, ripensando a quella drammatica giornata, Arianna sorride ma i suoi occhi azzurri raccontano ancora la paura vissuta. La gratitudine dei genitori del bambino e il suono del suo pianto sono diventati per lei un rassicurante segno di speranza. La gioia di vedere quel piccolo tornare alla vita è stata per Arianna come riemergere da un lungo periodo di apnea.Nonostante l’adrenalina sia ormai scesa e il turno sia terminato, il ricordo di quell’esperienza resta impresso nella mente di Arianna come una lezione preziosa sull’importanza dell’istinto materno e della prontezza nell’affrontare situazioni critiche. Ogni giorno trascorso accanto ai detenuti le conferma che la sua missione va ben oltre il semplice compito lavorativo: salvare una vita è un privilegio che porta con sé una responsabilità immensa, ma anche una gratificazione senza pari.
