Festival di Cannes 2022: sorprese e diplomazia nella cerimonia di chiusura

Il cerimoniale delle conferenze stampa che segnano la conclusione di un festival non offre più sorprese, specialmente quando l’obbligo del silenzio porta i giurati a rispondere in modo generico, simile ai calciatori: dichiarazioni standard e niente di personale.Un plauso al gigante Omar Sy (che faceva sembrare piccolo anche Pierfrancesco Favino) per aver portato un tocco di vivacità con una conclusione inaspettata: gridando “è dal primo giorno che lo voglio fare”, ha costretto i suoi colleghi a voltarsi verso il poster ufficiale del festival, sedersi e fissare una palma sospesa nel cielo come i protagonisti di Rapsodia d’agosto, il film di Akira Kurosawa scelto per ispirare la magia artistica dell’edizione di quest’anno.Per il resto, la parola d’ordine dell’evento è stata rispetto: “è stato evidente – come ha sottolineato Favino – che non sempre condividevamo le stesse opinioni, ma è stato bello ascoltarci fino a poter cambiare idea rispetto alle prime impressioni”. La presidente Greta Gerwig si è mostrata come una donna ferma ma gentile, tanto da costringere gli altri a annuire educatamente dopo aver confermato che per tutti loro quei giorni sono stati “meravigliosi momenti di scoperta e crescita reciproca”.In sintesi, emerge che tutti i premi sono stati assegnati sulla base di opinioni divergenti, riconducibili a una bilanciata valutazione dei meriti una volta superate le complessità: l’impegno morale espresso dall’iraniano Rasoulof (palma speciale), l’affetto collettivo per l’indiano All we imagine as light (gran premio della Giuria) e infine una Palma d’Oro volutamente sorprendente (Anora). Il resto sembra derivare da questi punti fermi con una diplomazia complice tra tutti. Tuttavia, c’è una buona notizia: il maestro giapponese Koree eda ha annunciato che “dopo questi 11 giorni passati a godere dei magnifici film degli altri, ho deciso anch’io di girarne uno nuovo. Ci ritroveremo!”.