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Aggressione a Prato: indagine sulla violenza e sfruttamento lavorativo

L’apertura di un’indagine a Prato da parte della Procura della Repubblica rappresenta un atto di grave allarme, sollevato da un episodio di inaccettabile violenza ai danni di lavoratori in stato di agitazione presso la fabbrica “L’Alba” di Montemurlo.
L’aggressione, consumatasi durante un presidio sindacale, ha colpito un trentenne proveniente dal Bangladesh, leader informale della protesta, e altri colleghi di origine pakistana, configurando potenzialmente reati di violenza privata, lesioni personali aggravate e, parallelamente, ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, una piaga che sembra insidiarsi in profondità nel tessuto produttivo locale.
L’inchiesta, condotta con la collaborazione congiunta del Digos, del dipartimento di prevenzione sui luoghi di lavoro dell’Asl e dei Carabinieri di Montemurlo, si prefigge non solo di identificare i responsabili diretti dell’atto violento, ma anche di ricostruire un quadro più ampio delle dinamiche socio-economiche che potrebbero averlo generato.
Al fine di garantire la massima trasparenza e completezza delle indagini, la Procura ha disposto il sequestro delle telecamere di sorveglianza presenti nell’area dell’aggressione, fondamentali per ricostruire la sequenza degli eventi e individuare eventuali mandanti o complici.
La decisione di disporre un decreto di perquisizione, esteso anche all’ambito informatico, nei confronti dell’azienda “L’Alba” e di società ad essa collegate, riflette la volontà di verificare la sussistenza di irregolarità contrattuali, pratiche di sfruttamento e possibili collegamenti con attività illegali.

L’attenzione si concentra sulla verifica del rispetto delle norme in materia di sicurezza, igiene del lavoro, retribuzione e condizioni di impiego, elementi spesso compromessi in contesti caratterizzati da precarizzazione e difficoltà economiche.

Il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, ha espresso la sua profonda preoccupazione, sottolineando come l’aggressione si inserisca in un contesto più ampio di crescenti atti di violenza contro i lavoratori nel circondario pratese.

Questo scenario allarmante solleva interrogativi cruciali sulla tenuta del sistema di relazioni industriali, sulla tutela dei diritti dei lavoratori e sulla necessità di rafforzare i controlli e le sanzioni nei confronti di chi viola la legge e mette a repentaglio la sicurezza e la dignità delle persone.
L’episodio non è un fatto isolato, ma un sintomo di una crisi più profonda che richiede un intervento urgente e coordinato a livello istituzionale, economico e sociale, per riaffermare i valori del lavoro dignitoso, della legalità e del rispetto reciproco.

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