La recente chiusura, disposta dall’amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia, di una porzione della suggestiva Cala del Barbiere, a Punta Ala, solleva questioni complesse che vanno ben oltre la semplice gestione di un’emergenza locale.
La decisione, presa in seguito a reiterate segnalazioni da parte dei cittadini, interviene a seguito della scoperta di relitti edili in ferro pericolanti, incastonati nella scogliera.
Questa situazione impone una riflessione sulla delicata interazione tra antropizzazione costiera, degrado ambientale e tutela della pubblica incolumità.
L’intervento del Comune, supportato da un’attenta valutazione tecnica condotta congiuntamente dall’Ufficio Ambiente e dall’Ufficio Marittimo, ha rivelato un quadro più ampio e problematico.
I materiali rinvenuti non sono semplici detriti, ma frammenti di antichi pontili militari, risalenti a strutture di supporto marittimo dismesse nel tratto costiero in direzione di Torre Hidalgo.
Questi pontili, ora esposti dall’erosione, costituiscono un rischio concreto a causa della presenza di elementi metallici sporgenti, sia a terra che in mare.
La complessità della situazione risiede nel fatto che queste strutture, sebbene obsolete e pericolose, svolgono una funzione essenziale: garantire la stabilità della scogliera sovrastante.
La loro rimozione comporterebbe un potenziale rischio di crolli e distacchi rocciosi, con conseguenze imprevedibili per l’ambiente e la sicurezza della costa.
Questa dicotomia – la necessità di rimuovere un pericolo immediato e il rischio di innescare una problematica maggiore – rende la gestione del caso particolarmente delicata e richiede approcci mirati e multidisciplinari.
L’ordinanza di interdizione, che limita l’accesso a una specifica area costiera estesa per circa 15 metri in direzione sud e ad una profondità di due metri dal costone roccioso, è un intervento di urgenza volto a prevenire infortuni.
La delimitazione dell’area con cartelli informativi mira a sensibilizzare i fruitori della costa e a garantire il rispetto del divieto.
La peculiarità dell’ordinanza è la decisione di non estendere il divieto alla balneazione nello specchio d’acqua antistante, considerandosi che la presenza di manufatti sommersi non rappresenti, al momento, una minaccia diretta per i bagnanti.
Questo episodio sottolinea l’importanza di una gestione integrata del territorio costiero, che tenga conto non solo delle esigenze turistiche e ricreative, ma anche della fragilità ambientale e della necessità di preservare la stabilità delle coste.
È auspicabile che l’evento stimoli un dibattito più ampio sulla necessità di un monitoraggio costante delle coste, sulla pianificazione di interventi di mitigazione del rischio erosivo e sulla ricerca di soluzioni innovative che concilino la tutela dell’ambiente con la sicurezza delle persone.
La situazione di Cala del Barbiere, quindi, si configura come un campanello d’allarme che esige un approccio proattivo e lungimirante per garantire la sostenibilità del territorio costiero.