“Non possiamo assistere al sacrificio dei diritti, alla compromissione della salute e alla messa a repentaglio della vita dei nostri figli e delle nostre figlie, in un contesto in cui l’ideologia prevale sulla scienza e sull’empatia umana.
Le restrizioni proposte dalla legislazione in discussione sulla disforia di genere, lungi dal tutelare, rischiano di infliggere sofferenze profonde e potenzialmente irreversibili, configurando una responsabilità di Stato che non possiamo ignorare.
Famiglie di ragazzi e ragazze transgender, unendosi in un movimento di sostegno, raccolgono consensi a un ritmo crescente, testimoniando la gravità del momento.
Siamo genitori consapevoli e determinati, affinché la violenza istituzionale contro le persone transgender non venga percepita come un problema marginale, ma come una sfida che riguarda l’intera società.
Quando un governo sceglie di colpire un gruppo vulnerabile, non solo legittima la discriminazione come strumento politico, ma erode i principi fondamentali della democrazia e della convivenza civile, aprendo la porta a una pericolosa deriva autoritaria.
Esprimiamo la nostra profonda stanchezza verso i silenzi dei professionisti sanitari, le esternazioni transfobiche provenienti da movimenti che si ergono a paladini della vita, negando la vita stessa alle persone transgender, e le intimidazioni esercitate da un governo più incline a compiacere gruppi di pressione ideologici piuttosto che a garantire la protezione dei propri cittadini.
Il diritto alla cura e alla salute psicofisica, sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana, non è un privilegio, ma un dovere dello Stato.
Le linee guida internazionali, come quelle della WPATH e dell’Endocrine Society, riconoscono l’affermazione di genere come parte integrante del benessere, e anche la Corte Costituzionale ha espresso pareri convergenti.
Le raccomandazioni dell’OMS, inoltre, indicano chiaramente che l’assistenza e i trattamenti affermativi salvaguardano la vita.
Negarli significa condannare giovani individui a una spirale di sofferenza e ad affrontare rischi concreti per la loro salute mentale e fisica, con conseguenze devastanti.
Ci appelliamo a tutte le realtà che credono nei diritti umani fondamentali.
Difenderemo con ogni mezzo legale e civile i diritti dei nostri figli, informando l’opinione pubblica su ogni passo di questa manovra politica disumana.
Non esiteremo a ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, poiché la salute dei nostri figli non può essere oggetto di baratto politico.
Siamo al loro fianco, oggi e sempre, pronti a combattere contro l’ignoranza e la violenza, per garantire loro un futuro dignitoso e sereno.
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