lunedì 22 Settembre 2025
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Pesca illegale: Sequestrato container di pesce dal Senegal

Un’operazione di ingegneria doganale e marittima, orchestrata congiuntamente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) di Livorno e dalla Guardia Costiera, ha portato al sequestro di un container carico di prodotti ittici congelati provenienti dal Senegal.
La merce, stimata in circa venti tonnellate per un valore di 173.000 euro, solleva interrogativi significativi sulla trasparenza e la sostenibilità delle filiere alimentari globali, in particolare nel settore della pesca.
L’intervento non è un episodio isolato, ma si inserisce in un quadro normativo europeo sempre più stringente, volto a contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN – Illegal, Unreported and Unregulated Fishing).

Questa disciplina, pilastro della politica comune della pesca dell’Unione Europea, impone rigorosi controlli sulla provenienza dei prodotti ittici provenienti da paesi extra-UE.

L’obiettivo è garantire che la pesca sia condotta in modo sostenibile, nel rispetto delle leggi internazionali e dei diritti delle comunità locali, prevenendo lo sfruttamento delle risorse marine e la distorsione dei mercati.
Le verifiche, meticolose e basate sull’analisi incrociata di dati e documentazioni, hanno evidenziato una serie di incongruenze che hanno portato al sequestro.
La certificazione di cattura, elemento cruciale per l’ammissione dei prodotti ittici nel mercato europeo, non corrispondeva alla realtà dei fatti.

In particolare, le quantità di pesce dichiarate come “pescato” in un lasso di tempo limitato risultavano sproporzionate rispetto alle capacità produttive dei pescherecci senegalesi indicati nella documentazione.

Questa discrepanza solleva sospetti di falsificazione di dati e potenziali pratiche fraudolente finalizzate a eludere i controlli e introdurre sul mercato europeo prodotti di origine dubbia.
L’analisi delle confezioni, destinate al consumo italiano, ha inoltre rivelato anomalie nell’etichettatura, con informazioni sulle specie ittiche che non collimavano con la realtà biologica e la provenienza dichiarata.
Questi elementi, presi nel loro insieme, hanno portato gli investigatori a sospettare un tentativo di aggirare le normative europee e di immettere sul mercato italiano prodotti di origine non tracciabile.

Il sequestro, la confisca e il successivo respingimento della merce verso il paese esportatore, il Senegal, sono misure drastiche ma necessarie per proteggere l’integrità del mercato europeo e tutelare la sostenibilità delle risorse marine.
Parallelamente, all’importatore è stata comminata una sanzione pecuniaria, un segnale forte per scoraggiare pratiche illegali e promuovere la conformità alle normative.
L’episodio sottolinea l’importanza di una vigilanza costante e di una collaborazione internazionale per contrastare la pesca illegale e garantire la trasparenza delle filiere alimentari, un imperativo etico ed economico per il futuro.

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