L’indagine sulla cessione della villa in Versilia di Francesco Alberoni, al centro di un’operazione finanziaria complessa e controversa, ha visto la Procura di Milano chiedere l’archiviazione.
Il caso, che coinvolge figure di spicco nel panorama politico ed economico, nasce da una segnalazione di operazione sospetta (Sos) trasmessa da Bankitalia, l’autorità di vigilanza sulla normativa antiriciclaggio.
La vicenda si dipana attorno all’acquisto della proprietà per 2,45 milioni di euro da parte di Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno della senatrice Daniela Santanchè, e Laura De Cicco, consorte del Presidente del Senato Ignazio La Russa.
La rapidità della successiva rivendita, avvenuta in meno di un’ora nel gennaio 2023, ad Antonio Rapisarda per 3,45 milioni, ha subito destato l’attenzione delle autorità competenti, sollevando interrogativi sulla natura e le finalità di un’operazione così fulminea e apparentemente priva di una logica di mercato convenzionale.
L’inchiesta, coordinata dai magistrati Matina Gravina e Luigi Luzi, sotto la direzione dell’aggiunto Roberto Pellicano, ha visto il nucleo di Polizia Economico Finanziaria del Corpo delle Guardie di Finanza impegnato in approfonditi accertamenti volti a verificare la sussistenza di reati di riciclaggio di denaro, un fenomeno criminale che distorce i mercati e alimenta la corruzione, e di finanziamento illecito alla politica, una pratica che mina i principi fondamentali della democrazia e della trasparenza.
Tuttavia, a seguito di scrupolose analisi documentali, intercettazioni telefoniche e acquisizione di informazioni da fonti diverse, non sono emersi elementi univoci e circostanziati in grado di supportare l’ipotesi di tali illeciti.
È importante sottolineare che, nell’ambito dell’indagine, solo Antonio Rapisarda risulta indagato, il che suggerisce che le attività di rilevanza penale sono state concentrate sulle sue azioni e sui suoi comportamenti finanziari.
La decisione di richiedere l’archiviazione segna una fase cruciale del procedimento, ma non preclude la possibilità che, in futuro, possano emergere nuove evidenze o che il caso possa essere riaperto qualora si presentino elementi di novità.
Ora, la palla passa al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), il quale valuterà attentamente gli atti e le motivazioni presentate dalla Procura, decidendo se confermare la richiesta di archiviazione o disporre ulteriori approfondimenti.
Il caso, pur con la richiesta di archiviazione, rimane comunque un esempio emblematico della crescente attenzione delle autorità di controllo verso operazioni finanziarie complesse e potenzialmente opache, un segnale importante per garantire la legalità e la trasparenza nel panorama economico-finanziario italiano.






