La Sala Rossini del Metropolitan Opera House di New York ha vibrato ancora una volta, domenica 5 ottobre, sotto il segno inconfondibile di Andrea Bocelli.
Non un semplice concerto, ma un omaggio sentito e profondo alla figura di Giacomo Puccini, capace di riempire ogni angolo dell’imponente teatro con un’emozione palpabile e un’energia contagiosa.
L’evento, attesissimo e sold out con mesi di anticipo, testimonia il legame profondo e duraturo che lega il tenore toscano al pubblico americano, un rapporto alimentato da interpretazioni intense e da una capacità unica di trasmettere l’essenza stessa della musica.
Diretto magistralmente da Steven Mercurio, l’orchestra ha accompagnato Bocelli in un viaggio attraverso i capolavori pucciniani, un percorso che ha visto in scena un corollario di voci di spicco a livello internazionale: Juliana Grigoryan, Federica Lombardi e Jennifer Rowley nei panni dei soprani, e Edward Parks nella declinazione baritonale, completando un cast di rara brillantezza.
L’esecuzione non si è limitata a una mera riproposizione dei brani più noti, ma ha saputo cogliere le sfumature emotive e drammatiche che caratterizzano l’opera di Puccini, rendendo omaggio alla sua capacità di esplorare l’animo umano con acume e sensibilità.
La prima parte del concerto ha visto l’interpretazione di pagine iconiche, come l’introspezione struggente di “Addio, fiorito asil” e l’ardente speranza espressa in “Un bel dì vedremo”, fino alla nobile grazia di “Recondita armonia” e la malinconia di “Quando me’n vo'”.
Questi frammenti, estrapolati da opere monumentali come “Madama Butterfly”, “Tosca”, “La Bohème”, “Manon Lescaut”, “Gianni Schicchi” e “La fanciulla del West”, hanno delineato un affresco dell’universo pucciniano, illuminandone i momenti più drammatici e i più intimi.
La seconda parte ha consolidato la magia di questo omaggio, con l’esecuzione di brani come “Donna non vidi mai”, un lamento disperato che ha toccato le corde più profonde del pubblico, e l’indimenticabile “O mio babbino caro”, un’implorazione commovente che ha suscitato un’ondata di commozione nella sala.
La sequenza di brani, accuratamente selezionati, ha offerto una panoramica completa della versatilità e della profondità emotiva del compositore lucchese, permettendo al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera unica della sua opera.
Il culmine della serata, come da tradizione, è stato segnato da una serie di bis.
Tra gli applausi scroscianti e interminabili, Bocelli ha interpretato “E lucevan le stelle”, un’aria di struggente bellezza che ha lasciato il pubblico senza fiato, per concludere con l’esplosione di potenza e passione di “Nessun dorma”, un vero e proprio inno all’arte e alla voce.
L’esecuzione, impeccabile e carica di significato, ha sancito il trionfo di una serata memorabile, celebrando non solo il genio di Puccini, ma anche il talento straordinario e la capacità di emozionare di Andrea Bocelli, ambasciatore ineguagliabile della musica italiana nel mondo.