Il capolavoro verdiano *Macbeth*, l’opera che il compositore parmense mutuò dalla tragedia shakespeariana, torna a risuonare al Teatro Comunale di Firenze, con un allestimento che si preannuncia di forte impatto.
Il Maggio Musicale Fiorentino, con la sua lunga storia di riscoperta e rinnovamento del repertorio operistico, accoglie un’interpretazione che punta a scavare nelle profondità emotive dell’opera.
La scena, concepita come un’opera d’arte a sé stante, è opera del celebre scultore Mimmo Paladino.
Si tratta di un imponente sipario ligneo, ispirato all’affresco “Il trionfo della morte” conservato a Palazzo Abatellis a Palermo, un’immagine potente che evoca il destino ineluttabile che incombe sui protagonisti.
Questa scelta scenografica, come sottolinea il Sovrintendente Carlo Fuortes, si inserisce in una volontà di dialogo con l’arte figurativa e di arricchimento del patrimonio culturale del Festival.
A dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale è Alexander Soddy, già apprezzato per la sua direzione di *Salome*.
Il cast vocale vede l’interpretazione di Luca Salsi nel ruolo del protagonista, Macbeth, un personaggio che l’artista ha impersonato in numerose occasioni, affiancato da Vanessa Goikoetxea, alla sua prima volta nel ruolo di Lady Macbeth, e Antonio Di Matteo e Antonio Poli che incarnano rispettivamente Banco e Macduff.
Il regista Mario Martone ha fortemente voluto questa collaborazione con Paladino, immaginando un allestimento capace di esplorare la complessità psicologica dei personaggi e le forze oscure che li guidano.
“Questo spettacolo è un viaggio nel profondo dell’animo umano, una manifestazione delle dinamiche che influenzano le scelte e le azioni dei personaggi,” spiega Martone.
L’accento è posto sull’ambizione, la colpa, il rimorso e la fragilità interiore, elementi che rendono *Macbeth* un’opera universale e sempre attuale.
Il coro, in particolare, assume un ruolo cruciale, rappresentando il popolo oppresso, le sofferenze causate dalla guerra e la perdita di una patria, tematiche che inevitabilmente risuonano con le tragedie che affliggono il mondo contemporaneo, come la situazione in Palestina.
Questa è la ventunesima volta che il capolavoro verdiano viene rappresentato a Firenze, a partire dalla prima assoluta del 1847.
La produzione del 1951 e le successive, con direttori del calibro di Vittorio Gui, Riccardo Muti e, appunto, Luca Salsi, testimoniano l’importanza di *Macbeth* nel panorama operistico e la sua capacità di ispirare generazioni di artisti e interpreti.