Il Cortile del Podestà, scrigno di storia e di attesa, ha risuonato di un’ovazione quando è stato svelato il drappellone del Palio di Siena, opera del maestro Francesco De Grandi, dedicato alla Madonna dell’Assunta.
Lungi dall’essere una semplice decorazione, il manufatto si erge a sintesi visiva di una città, un intreccio di fede, tradizione e fervore agonistico.
De Grandi, con maestria, ha declinato il drappellone secondo una struttura modulare, una sorta di polittico contemporaneo, che ne disarticola l’unità narrativa in finestre di significato.
Questa scelta stilistica, spiega il Comune, richiama le complesse architetture iconografiche del Rinascimento, i polittici ad aula, le predelle di pale d’altare, i dittici e i trittici che un tempo adornavano le chiese, ma in chiave innovativa.
Gli stemmi delle Contrade, fedeli nella loro riproduzione, si dispiegano come tasselli di un mosaico identitario, arricchiti dalla firma autografa dell’artista, un tocco di intimità che ne sottolinea la partecipazione emotiva al progetto.
Al centro di questa composizione, la figura di Maria, resa con realismo che evoca la sacralità dell’iconografia religiosa, si sublima in una reinterpretazione audace.
L’immagine non è una mera riproduzione del canone, ma un’attualizzazione feconda, una proiezione onirica in cui la Madonna si fa portatrice di un nuovo significato.
Lo scialle, non più semplice velo, si trasforma in un lembo di cielo stellato, aperto delicatamente, da cui sgorga una pioggia di luce cosmica, un gesto che amplifica la sua aura divina e suggerisce un universo di possibilità.
La Sindaca di Siena, Nicoletta Fabio, ha descritto l’esperienza come una sorta di viaggio interiore, un vortice di emozioni che ci trascina in una corsa senza tempo, una forza primordiale che permea le nostre vene, inebriandoci e esaltandoci.
Il drappellone, secondo la sua interpretazione, incarna una “follia consapevole”, un’energia vitale che spera possa guidare sempre la città nel cuore delle sue tradizioni.
Francesco De Grandi, a sua volta, ha espresso il profondo rispetto e l’emozione provati nel realizzare quest’opera, sentendosi parte integrante di una tradizione secolare.
Ha definito l’esperienza come una sfida intensa e coinvolgente, un percorso in cui ha cercato di conciliare la propria visione artistica con la sacralità e la passione del Palio, lasciandosi guidare dall’energia unica di Siena.
Un luogo dove la devozione alla Madonna dell’Assunta convive con le energie dionisiache della Carriera e con il fervore del pubblico, creando un’atmosfera unica, quasi mistica.
Il drappellone non è quindi solo un’opera d’arte, ma un simbolo della città, un’espressione tangibile della sua anima.