domenica 19 Ottobre 2025
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Tim Burton a Firenze: un viaggio nell’anima di un genio.

Tim Burton, l’architetto di mondi fantastici e grotteschi, si rivela a Firenze in una mostra che trascende il mero sguardo del regista.
“Luce e Ombra”, allestita alla Fortezza da Basso nell’ambito della Florence Biennale, non è una retrospettiva cinematografica, bensì un viaggio nell’intimo dell’artista, un’immersione nella sua personale fucina creativa.

Per la prima volta, il pubblico ha accesso a un archivio custodito gelosamente: i suoi celeberrimi “sketchbooks”, taccuini che fungono da matrice visiva dei suoi film più iconici, da “Edward mani di forbice” a “La sposa cadavere”, ma anche di opere meno note.
L’evento rappresenta una rara opportunità di comprendere il processo di nascita di un universo cinematografico.

La mostra, suddivisa in cinque sezioni evocative, esplora la profonda dualità che permea l’opera di Burton: la coesistenza di bellezza e mostruosità, di tenerezza e macabro umorismo.
Questa dicotomia, intrinseca alla sua visione, si manifesta attraverso una varietà di tecniche e media, dalla matita ai colori, dalle illustrazioni alle sculture.
Il percorso espositivo non è lineare, ma onirico, invitando lo spettatore a perdersi tra creature fragili e melanconiche, figure ai margini, incompresi e spesso emarginati, archetipi che ricorrono costantemente nelle sue narrazioni.

Questi personaggi, incarnazione di un’empatia profonda per l’alterità, emergono dai fogli con una forza emotiva palpabile.
L’innovazione tecnologica si integra armoniosamente con la tradizione artistica.
Tre opere originali sono state rielaborate digitalmente, trasformandosi in stampe lenticolari di grande formato, opere dinamiche che mutano prospettiva con il movimento dell’osservatore, esaltate da un sofisticato sistema di retroilluminazione.

Una sala immersiva, illuminata da luci ultraviolette, ospita una giostra creata ad hoc da Burton, un omaggio alla cultura popolare americana reinterpretata attraverso il suo inconfondibile stile visionario.
Particolarmente significativa è la sezione dedicata a “La sposa cadavere”, in occasione del suo ventesimo anniversario, che espone disegni e modelli originali, offrendo uno sguardo inedito dietro le quinte di un capolavoro dell’animazione stop motion. Un’area speciale celebra figure meno note, ma fondamentali per la costruzione dell’immaginario gotico-romantico di Burton, come Oyster Boy e Robot Boy, personaggi che hanno trovato dimora nel volume “The melancholy death of Oyster boy e other stories”, una sorta di manifesto della sua favola nera e profondamente romantica.
La mostra, dunque, non è solo una celebrazione dell’opera di Tim Burton, ma un’esplorazione della sua anima, un invito a immergersi in un universo fatto di ombre e luci, di bellezza e mostruosità, di malinconia e speranza.

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