giovedì 2 Ottobre 2025
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Vivono’: Arte, Memoria e AIDS, un’esposizione al Pecci.

“Vivono'”, una mostra corale e profondamente commovente al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, non è semplicemente una retrospettiva.

È una ricostruzione meticolosa e dolorosamente necessaria di un capitolo cruciale e troppo spesso marginalizzato della storia italiana: l’esperienza degli artisti e delle artiste colpiti dall’epidemia di HIV/AIDS tra il 1982 e il 1996, un decennio segnato dalla paura, dalla stigmatizzazione e dalla ricerca disperata di risposte.

L’esposizione, curata da Michele Bertolino con il sostegno di Intesa Sanpaolo, si configura come un tentativo di restituire dignità e visibilità a vite spezzate prematuramente, recuperando una memoria collettiva che rischiava di svanire.

La mostra, ambientata nelle sale storiche del Pecci, luogo attivo nella lotta contro lo stigma e la disinformazione legati all’Aids negli anni ’90, si apre con un’opera cinematografica inedita, commissionata a Roberto Ortu e realizzata in dialogo con il curatore.
Questo nucleo iniziale, un vero e proprio omaggio poetico, dà voce a Dario Bellezza, Massimiliano Chiamenti, Nino Gennaro, Ottavio Mai, La Nina, Marco Sanna e Pier Vittorio Tondelli, figure letterarie che hanno affrontato la malattia con coraggio e lucidità, trasformando il dolore in arte.

Le loro parole, recitate da artiste, attori e attivisti, risuonano come un grido di speranza e denuncia.
Al cuore dell’esposizione pulsa un archivio vasto e articolato, frutto della collaborazione tra Valeria Calvino, Daniele Calzavara e i Conigli Bianchi.
Questo archivio, una vera e propria “spina dorsale” della mostra, raccoglie documenti d’epoca, manifesti, articoli di giornale, video e registrazioni audio, offrendo una panoramica dettagliata del contesto storico, politico e culturale dell’epoca.

La documentazione, come frammenti di un puzzle complesso, ricostruisce un quadro di una società combattuta tra l’ignoranza, la paura e l’emergenza di una nuova coscienza.
Gli interventi critici di Emmanuel Yoro e Tomboys Don’t Cry, integrati nell’archivio, stimolano una riflessione contemporanea sui silenzi e le omissioni che hanno caratterizzato quel periodo, invitando a interrogarsi sulle responsabilità collettive.

La mostra intreccia opere italiane e internazionali, creando un dialogo significativo tra le esperienze individuali e i movimenti artistici dell’epoca.
I poster di Gran Fury, ripresentati in Italia dopo decenni, si confrontano con le immagini iconiche di Keith Haring, mentre le delicate tende di organza blu di Felix Gonzalez-Torres evocano la fragilità e la transitorietà dell’esistenza.
I lavori di David Wojnarowicz e Walter Robinson, precedentemente esposti a Milano sotto la curatela di Corrado Levi, testimoniano la portata globale dell’epidemia e l’impegno di artisti e curatori nella sensibilizzazione del pubblico.

Tre sale monografiche sono dedicate a Nino Gennaro, Francesco Torrini e Patrizia Vicinelli, figure chiave dell’arte italiana contemporanea.

Le loro opere, profondamente personali e innovative, esplorano il rapporto tra corpo, immagine e parola, offrendo una riflessione intima e potente sulla malattia, la perdita e la resilienza.
“Vivono'” non è solo una mostra, ma un atto di memoria, un invito a non dimenticare, un’occasione per riflettere sulle ferite del passato e costruire un futuro più consapevole e compassionevole.

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