A Place of Safety: Voci dal Cuore del MediterraneoDal 4 al 9 dicembre, il Teatro Metastasio di Prato accoglie “A Place of Safety”, un’opera profondamente commovente e necessaria firmata dalla compagnia Kepler-452.
Lo spettacolo non è una narrazione, ma un’immersione emotiva nella realtà drammatica della migrazione attraverso il Mediterraneo centrale, filtrata attraverso le voci di coloro che si dedicano al salvataggio in mare: gli operatori umanitari.
Nato da una collaborazione cruciale con Sea-Watch e Emergency, e sostenuto da Emilia Romagna Teatro Ert, Teatro Metastasio, Css Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia e Théâtre des 13 vents, “A Place of Safety” rappresenta la summa di un lungo e complesso processo di ricerca sul campo.
Questo percorso ha visto Enrico Baraldi e Nicola Borghesi confrontarsi con referenti di organizzazioni non governative, per poi concretizzarsi in un’esperienza diretta a bordo della nave Sea-Watch 5, partendo dal porto di Messina nell’estate del 2024.
Quasi cinque settimane di navigazione hanno portato la crew a soccorrere 156 persone, traghettate verso un “place of safety”, il porto di La Spezia.
Un ritorno a Sicilia, il 5 agosto, ha segnato la fine di un capitolo, ma non della storia.
Durante la fase creativa, gli artisti hanno avuto l’opportunità di interagire con figure chiave a bordo delle navi Life Support e Sea-Watch, uomini e donne che hanno offerto le loro testimonianze dirette, diventando protagonisti indiscussi dello spettacolo.
Tra loro, spiccano Flavio Catalano, ufficiale tecnico della Marina Militare in pensione e volontario in 26 missioni con Life Support per Emergency, e Miguel Duarte, fisico matematico portoghese, entrambi coinvolti in un atto di solidarietà ulteriore, imbarcandosi sulla Global Sumud Flottilla verso Gaza.
Le loro parole, intrecciate con quelle di altri membri dell’equipaggio, compongono un mosaico di esperienze che coprono gli ultimi dieci anni di attività di soccorso nel Mediterraneo.
“A Place of Safety” non offre una cronologia degli eventi, ma un’esplorazione delle emozioni umane che si intrecciano con la complessità del fenomeno migratorio.
Paura, motivazione, la tensione dell’avvicinamento alle zone operative, la frenesia del salvataggio, il silenzio del ritorno: ogni tappa del viaggio è illuminata dalla sensibilità degli artisti e dalla potenza delle testimonianze raccolte.
Lo spettacolo si configura come un atto di memoria e di denuncia, un invito a non dimenticare la fragilità umana e la necessità di un’accoglienza dignitosa.
Un’occasione per riflettere sulle responsabilità collettive e per interrogarsi sul significato di umanità in un contesto globale segnato da conflitti e disuguaglianze.
Il palcoscenico diventa così un ponte verso un futuro in cui il diritto alla vita e alla speranza possa essere garantito a tutti, senza distinzioni.






