venerdì 5 Settembre 2025
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Mediobanca: Rifiuto Netto all’Offerta di MPS, Divisioni Interne

Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ha esaminato attentamente la recente revisione dell’offerta di Monte dei Paschi di Siena, che include una componente in contanti.
Nonostante l’adeguamento economico, il CdA ha confermato con decisione la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza, ribadendo un rifiuto fermo.
La decisione, approvata con una maggioranza qualificata, ha visto il dissenso di Sandro Panizza e l’astensione di Sabrina Pucci, entrambi membri del consiglio eletti con il sostegno di Delfin, evidenziando una profonda divisione interna sulle implicazioni strategiche della proposta.
L’analisi del Consiglio ha focalizzato l’attenzione non solo sulla dimensione finanziaria dell’offerta, ma soprattutto sulla sua sostenibilità industriale e sulla potenziale creazione di valore per gli azionisti di Mediobanca.
Il CdA ha espresso profonda perplessità circa la mancanza di una logica industriale coerente che supporti l’integrazione tra le due banche, sollevando seri dubbi sull’effettiva capacità di sinergie operative e finanziarie.
Il timore di dissinergie, derivanti da strutture organizzative differenti, modelli di business incompatibili e potenziali conflitti di interesse, è stato considerato un fattore determinante nella valutazione negativa.
La rinuncia da parte di MPS alla condizione soglia, un elemento cruciale che avrebbe dovuto garantire un minimo di adesione all’offerta, ha ulteriormente rafforzato le preoccupazioni del CdA.

Questa manovra, interpretata come un tentativo di forzare l’esito dell’operazione, suggerisce una volontà di MPS di esercitare un controllo, anche de facto, sulla governance di Mediobanca.
Tale scenario, lungi dal rappresentare un’opportunità di crescita, è stato visto come un rischio significativo per l’indipendenza strategica e l’autonomia decisionale di Mediobanca, con potenziali ripercussioni negative sulla sua capacità di perseguire i propri obiettivi di lungo termine e di tutelare gli interessi dei propri stakeholder.

L’operazione, nella sua configurazione attuale, rischia di compromettere il valore intrinseco di Mediobanca e di esporla a rischi reputazionali e finanziari non trascurabili.

Il CdA ha, pertanto, ribadito la propria posizione con chiarezza e fermezza, ponendo al primo posto la tutela del patrimonio e degli interessi degli azionisti di Mediobanca.

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