19 settembre 2024 – 08:45
Il sistema infrastrutturale alpino appare sempre più fragile e vulnerabile di fronte a eventi come frane, chiusure di tunnel e interruzioni della circolazione stradale. Giancarlo Bertalero, esperto della commissione Trasporti dell’ordine degli Ingegneri di Torino, ha utilizzato un paragone drastico per illustrare la precaria situazione dei collegamenti transalpini piemontesi, equiparando l’interruzione dei trasporti a un attacco di cuore che mette a rischio l’import-export su gomma. La mancanza di un piano di contingenza è evidente e preoccupante, come sottolineato da Bertalero durante un seminario al Politecnico. La fragilità del sistema regionale si manifesta in poche direttrici verso i mercati internazionali e infrastrutture obsolete non resilienti ai cambiamenti climatici.Il professor Oliviero Baccelli, direttore del master in Trasporti e Logistica della Bocconi, ha messo in luce i rischi elevati legati alla situazione attuale, sottolineando la necessità di soluzioni alternative per evitare la paralisi dei trasporti. Proposte come l’installazione di una teleferica per il trasferimento dei container o la richiesta di danni per i costi sostenuti dall’industria e dal commercio a causa delle interruzioni potrebbero essere considerate.Nonostante gli sforzi per favorire la crescita degli scambi commerciali attraverso le Alpi, con un aumento significativo negli ultimi anni, resta ancora una certa instabilità nel settore. La movimentazione merci sui treni rimane inferiore alle potenzialità economiche, in attesa dell’inaugurazione della Tav nel 2033. Gli scambi hanno registrato una crescita del 151% dal 2000, ma il trasporto su autotreni continua a dominare il panorama con oltre 12 milioni di Tir all’anno. È evidente che occorre agire con urgenza per garantire una maggiore efficienza e resilienza al sistema infrastrutturale alpino prima che sia troppo tardi.
