22 dicembre 2024 – 09:45
Il master internazionale in Protezione dei Beni Culturali in Risposta alle Crisi, che forma i nuovi Monuments men e le nuove Monuments women, rappresenta un’opportunità unica per venti studenti provenienti da diverse parti del mondo. Tra di loro si trovano una laureata slovena in belle arti, un’architetta giordana attiva in Palestina, un archeologo egiziano, due esperte in restauro provenienti dalla Siria, un ingegnere civile iracheno e una giovane brasiliana specializzata in scienze internazionali. A completare il gruppo ci sono anche ufficiali dell’Esercito e dei carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale.Questo corso è fondamentale per coloro che devono affrontare situazioni di crisi o conflitto armato e hanno l’importante compito di proteggere i beni storici e culturali del proprio Paese. Un compito reso ancora più urgente dalle recenti distruzioni subite da siti archeologici come Mosul in Iraq e Palmira in Siria a causa dell’Isis. La professoressa Giovanna Segre, economista della cultura e direttrice del programma formativo, sottolinea l’importanza di questo tipo di formazione multidisciplinare che coinvolge giuristi, scienziati politici, architetti, archeologi e esperti delle forze dell’ordine.La protezione dei beni culturali non riguarda solo la salvaguardia dei monumenti fisici ma anche la lotta al traffico illegale di opere d’arte, spesso utilizzato per finanziare reti terroristiche. È quindi cruciale preparare professionisti capaci di fronteggiare queste minacce globali attraverso una formazione approfondita e interdisciplinare.Durante i tre mesi e mezzo di corso a Torino, gli studenti hanno avuto l’opportunità di approfondire le tematiche legate alla protezione dei beni culturali durante le crisi e i conflitti armati. Attraverso lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche guidate da esperti del settore, hanno acquisito le competenze necessarie per diventare veri guardiani del patrimonio culturale mondiale.