22 dicembre 2024 – 09:15
Grazie alla segnalazione di un attento cittadino, è stato rinvenuto un esemplare di castoro che, purtroppo investito, sta ora ricevendo le necessarie cure. Una volta guarito, verrà sottoposto a dettagliate analisi genetiche al fine di comprendere la sua provenienza e soprattutto il modo in cui è giunto nel Parco dopo ben cinque secoli. Si tratta di un ritorno inaspettato che potrebbe essere interpretato attraverso due diverse prospettive. Da un lato, si ipotizza che il castoro sia giunto autonomamente dalla vicina Svizzera, paese dove ancora oggi questi animali sono presenti. Dall’altro, si fa spazio alla teoria della possibile interferenza umana e delle reintroduzioni illegali dei castori da parte del movimento Rewild Europe, già segnalate qualche anno fa nelle regioni centrali e meridionali d’Italia, tra Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo e Basilicata dove tali roditori furono introdotti con forza.Secondo Piero Genovesi, responsabile del servizio per il coordinamento delle attività della fauna selvatica presso l’Ispra, è plausibile che il castoro abbia intrapreso autonomamente il viaggio verso l’Italia seguendo la via del fiume Ticino. Sebbene sia ancora presto per emettere conclusioni definitive, sembra probabile che si tratti di un arrivo naturale dalla Svizzera dove la popolazione di castori è ben radicata.Dopo oltre cinquecento anni di assenza, il castoro sembra finalmente pronto a fare ritorno grazie alle migliori condizioni ambientali e non solo. In passato oggetto di una caccia intensiva per la sua carne prelibata, la pelliccia e per il castoreum utilizzato in profumeria – motivo per cui la specie era scomparsa da molte aree europee – oggi l’animale gode di una diversa considerazione da parte dell’uomo e trova nuovamente spazio grazie alla presenza crescente di foreste e ambienti protetti che ricreano le condizioni ideali per accoglierlo nei nostri ecosistemi.Questa tendenza positiva si riflette anche all’interno del Parco del Ticino dove altre specie precedentemente scomparse stanno facendo ritorno. “Stiamo ricevendo numerose segnalazioni riguardanti lo scoiattolo comune che era stato estinto almeno nelle zone pianeggianti. Sarebbe interessante capire se anche la lontra – presente fino a qualche decennio fa prima di sparire – possa essere recuperata. Abbiamo assistito all’aumento della popolazione dei caprioli e all’arrivo dei lupi: diverse specie stanno mostrando segni evidenti di ripresa”, racconta entusiasta l’esperto ambientale.