03 luglio 2024 – 12:01
È stata questione di istanti. Un breve minuto in più e la situazione sarebbe stata irrimediabile. Alle 18:47 di un sabato, mentre parlavo al telefono con il mio capo, ho notato le cascate dietro il campeggio, imponenti e torbide. Le acque erano ingombre di detriti, tronchi d’albero che si riversavano giù. Ho compreso immediatamente che dovevamo scappare, e farlo senza indugi.Elisabetta Padrin appare radiosa in una foto, ma il giorno dopo l’inondazione che ha spazzato via il campeggio Gran Paradiso a Valnontey, sopra Cogne, basta uno sguardo nei suoi occhi per cogliere paura e apprensione. Una donna con due facce: a Cogne era guida turistica durante un soggiorno del WWF organizzato dalla cooperativa Indaco di Aosta dal suggestivo titolo “Into the wild”, promettendo un’esperienza nella natura selvaggia.Padrin è anche istruttrice per la FASI, la Federazione di Arrampicata Sportiva Italiana, e ha lavorato per anni alla casermetta al Col de la Seigne della Fondazione Montagna Sicura. La sua prima esperienza in alta montagna risale a quel viaggio “Into the wild” dedicato ai ragazzi tra i 15 e i 17 anni; partito domenica nel Parco Regionale del Mont Avic a Chevrère di Champdepraz.A Cogne si stanno effettuando lavori per ripristinare l’approvvigionamento idrico potabile dopo l’alluvione. In seguito ad un improvviso cambiamento dei piani chiesto ai responsabili a causa delle piogge insostenibili, è stato possibile portare i ragazzi in un luogo al coperto per mangiare.Durante una fuga precipitosa ci si è ritrovati in pizzeria dove in pochi minuti è mancata l’elettricità seguita dal disservizio delle linee telefoniche. Si è dovuto improvvisare un accampamento all’interno del locale dormendo sul pavimento fino alla fine dell’emergenza.
