Genitori disperati: la lotta per salvare il figlio rapinatore

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29 luglio 2024 – 13:45

Il padre, con il cuore pesante e la mente afflitta, varca l’ingresso del tribunale dei minori al termine del suo turno lavorativo. Indossa pantaloncini e una maglietta logora, mentre nell’aria si percepisce la stanchezza di chi ha trascorso la notte insonne. Rivolge un sussurro alla moglie avvolta nell’hijab, segno tangibile della loro diversità culturale. I suoi occhi si posano sul figlio, scortato dalla polizia: un giovane di sedici anni dai riccioli castani che ha commesso un atto vile, rapinando un tredicenne disabile minacciandolo con una lama.L’aula è immersa nel silenzio prima dell’inizio dell’udienza, una delle tante che si susseguono in quel luogo di giustizia infuocato dal caldo estivo. Si discute di rapina aggravata, uno dei reati perpetrati da quelle che vengono comunemente definite baby gang. Il padre, operaio da vent’anni a Torino, aveva presentito il pericolo imminente già mesi prima: il suo cuore di genitore soffriva nell’impotenza di non riuscire a proteggere il proprio figlio.Nel giorno dell’udienza decisiva, emerge la confessione struggente di un padre disperato: “Non so più come aiutare mio figlio… La sua stanza è diventata un mondo chiuso… Siamo impotenti nel tenerlo lontano da cattive compagnie”. Le lacrime sgorgano copiose dagli occhi del padre mentre racconta al giudice le proprie difficoltà nel controllare il ragazzo ribelle. Lui e la moglie piangono insieme quando vengono interrogati sul perché non intervengano come genitori responsabili, sul perché non limitino le sue libertà.L’istituto professionale sembrava essere la soluzione per indirizzare il figlio verso un futuro migliore dopo due ripetizioni della prima superiore. Tuttavia, l’allontanamento dalla scuola dopo aver aggredito un compagno ha segnato l’inizio della spirale negativa. Il padre marocchino, perfettamente integrato nella società italiana ma ancora legato alle sue origini, confessa con amarezza che tutto è peggiorato da quel momento critico. La cittadinanza ottenuta e la casa popolare assegnata sembravano essere i pilastri su cui costruire un futuro solido per la famiglia; ora si ritrovano a fronteggiare una tempesta familiare senza precedenti.Il destino incerto del giovane rapinatore e il dolore palpabile dei genitori dipingono uno scenario drammatico all’interno delle afose aule di giustizia: una storia fatta di speranze infrante e rimpianti profondi che richiede più di un miracolo per trovare una via d’uscita.

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