14 ottobre 2024 – 01:45
La figura esemplare dei genitori trionfa su ogni cosa. È necessaria un’educazione all’altruismo, in cui non si tolleri nessuna forma di violenza nei confronti di qualsiasi individuo. La scuola, invece, gioca un ruolo successivo. Durante un dialogo con il vice direttore de La Stampa Gianni ArmandPilon nell’ambito del festival Women and the city, Gino Cecchettin sottolinea: “Non mi definisco uno scrittore. Sono soltanto un padre che ha desiderato fare un ultimo dono alla propria figlia, una ragazza straordinaria. Sono qui perché cerco di farla rivivere in qualche modo, e questa è l’unica modalità che ho a disposizione.” Cecchettin riflette sulla sua famiglia patriarcale. Quando ripenso alla mia infanzia, mi chiedo se mio padre fosse un patriarca, e la risposta è sì, senza dubbio. Ad esempio, era mia madre ad avere l’incarico dell’educazione; mio padre si sentiva esente da questo compito… Rispetto a epoche passate, c’è una maggiore consapevolezza riguardo al tema della violenza sulle donne… Mia moglie ed io abbiamo certamente commesso errori nei primi tempi…Nel suo libro “Cara Giulia” scrive: “Io ero normale e nel mondo normale certe cose non succedono… Conducevamo una vita tutto sommato normale…” I miei legali mi hanno spiegato che i femminicidi avvengono in tutti gli strati sociali… Possono colpire chiunque… Come possiamo sensibilizzare gli altri uomini per far comprendere che il patriarcato è un problema per tutti? Innanzitutto mantenendo un dialogo costruttivo… In questa vicenda, suo figlio Davide è rimasto leggermente in ombra. Perché? Ha preferito restare ai margini poiché ognuno elabora il dolore a modo proprio… La Fondazione Giulia si occuperà principalmente di formazione nelle scuole attraverso professionisti specializzati…