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domenica 26 Ottobre 2025

Abbandono in Irlanda: Tredicenne sola all’aeroporto, denuncia in corso.

La vicenda che emerge da Savona solleva inquietanti interrogativi sulla sicurezza e la responsabilità nell’organizzazione di programmi di studio all’estero per minori.
Un’adolescente, tredicenne, è stata abbandonata in maniera apparentemente sbrigativa all’aeroporto di Dublino, costretta a un viaggio di ritorno in Italia completamente sola, una situazione che il padre ha formalmente denunciato alle autorità competenti, sia in Italia che in Irlanda, attraverso i suoi legali, Michele Ispodamia e Giovanni Cordone.
L’episodio, risalente all’estate corrente, ruota attorno a un’esperienza di vacanza studio, inizialmente concepita come un’opportunità formativa e arricchente per la giovane studentessa, iscritta a un programma di due settimane (dal 5 al 18 agosto) gestito da una società specializzata in soggiorni linguistici all’estero.

Tuttavia, l’idillio si infrange improvvisamente quando, l’11 agosto, il padre riceve una comunicazione inattesa dalla tutor della figlia: l’espulsione dal programma e l’immediato rientro in Italia.
La sequenza degli eventi che ne seguono appare particolarmente sconcertante.

La studentessa viene affrettata nella preparazione dei bagagli e, nel cuore della notte, trasportata all’aeroporto di Dublino, dove viene lasciata, con apparente disinvoltura, all’ingresso, munita unicamente del numero del volo.

I genitori, pur manifestando il loro dissenso di fronte a una decisione così improvvisa e potenzialmente traumatica, interrompono le proprie vacanze per accogliere la figlia al suo rientro in Italia.

“Mia figlia è stata abbandonata, senza assistenza, in un contesto aeroportuale alienante e complesso,” testimonia il padre, esprimendo profonda preoccupazione per la vulnerabilità della figlia.
L’adolescente, priva di supervisione, ha dovuto autonomamente affrontare procedure delicate come i controlli di sicurezza, l’individuazione del gate di imbarco e la gestione di un viaggio di notevole durata.
I legali della famiglia ritengono che tale comportamento possa configurare il reato di abbandono di minore, una violazione di legge che mette a rischio il benessere psicologico e fisico del minore.
La denuncia presentata a Savona e in Irlanda mira a fare luce sulle responsabilità dell’organizzazione e a perseguire eventuali condotte negligenti o dolose.

La vicenda solleva questioni cruciali relative alla tutela dei minori in contesti internazionali, sottolineando l’importanza di protocolli di sicurezza rigorosi, di una comunicazione trasparente con le famiglie e di un’adeguata supervisione durante i soggiorni studio all’estero.
L’episodio rappresenta un monito per tutti gli operatori del settore e un appello a rafforzare le misure di protezione dei giovani in movimento.

La denuncia non è solo una richiesta di giustizia per la studentessa, ma anche un’occasione per promuovere una riflessione più ampia sulla responsabilità sociale nell’organizzazione di esperienze formative per i minori.

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