Il Tribunale Civile di Genova, presieduto dalla giudice Chiara Monteleone, ha approvato un importante provvedimento volto a salvaguardare l’Amt, l’azienda di trasporto pubblico locale, da un imminente collasso finanziario.
La decisione, formalizzata attraverso il deposito del provvedimento stesso, sancisce l’accoglimento delle misure cautelari richieste dal consiglio di amministrazione, aprendo la strada a un percorso di risanamento strutturale e a una sospensione temporanea delle azioni legali intraprese dai creditori.
Il provvedimento si inserisce nel contesto di una composizione negoziata della crisi, un istituto giuridico pensato per supportare aziende in difficoltà a trovare una soluzione concordata con i propri debitori, evitando il ricorso alla liquidazione giudiziale, ovvero il fallimento.
La giudice Monteleone, riconoscendo la gravità della situazione e le potenziali conseguenze per la collettività – considerando l’Amt un servizio pubblico essenziale – ha disposto la sospensione di qualsiasi azione di liquidazione e ha bloccato le procedure esecutive attivate dai creditori, garantendo un respiro finanziario di 120 giorni, estendibile fino a un massimo di 240.
Questa sospensione non è un semplice rinvio, ma un elemento cruciale che permette all’azienda di operare senza l’urgenza imposta dalle pignoramenti e dalle azioni legali, facilitando la negoziazione di un piano di risanamento fattibile e duraturo.
La decisione si pone anche in contrapposizione alla richiesta di fallimento presentata da alcuni creditori, inizialmente prevista per il 17 dicembre e successivamente rinviata per valutare l’evolversi della situazione, un rinvio che ora si rivela superfluo.
Il provvedimento rappresenta un atto di responsabilità istituzionale, volto a preservare un servizio pubblico vitale per la città e a offrire all’Amt l’opportunità di ricostruire la propria solidità finanziaria attraverso una complessa opera di ristrutturazione del debito, ottimizzazione dei costi e definizione di nuove strategie di gestione.
Il percorso, tuttavia, è ancora lungo e richiederà l’impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti: management aziendale, sindacati, amministrazioni pubbliche e, naturalmente, i creditori, chiamati a condividere un sacrificio volto a garantire la sopravvivenza di un’azienda che rappresenta un pilastro del sistema di mobilità urbana.






