La Camera del Lavoro di Genova, in un atto di forte impegno civile e solidarietà internazionale, ha espresso la sua preoccupazione e la sua pronta reazione a qualsiasi azione volta a ostacolare la missione umanitaria della Global Sumud Flottilla.
L’evento, sostenuto da un vasto fronte di associazioni e cittadini, testimonia la profonda riverberazione che la crisi palestinese suscita nel tessuto sociale genovese, con una mobilitazione che ha visto coinvolgere decine di migliaia di persone, simboleggiate dall’impegno concreto di portare ai bisognosi beni di prima necessità.
Igor Magni, segretario della Camera del Lavoro, ha sottolineato la prontezza della CGIL a dichiarare uno sciopero generale cittadino qualora la missione umanitaria venisse compromessa e gli equipaggi messi a rischio.
Questo segnale, a cui si aggiunge il supporto di realtà come l’ANPI Genova, Giuristi Democratici, Music for Peace, Legambiente Liguria, Libera Genova e Liguria, Acli Liguria, Arci, Rete Studenti Medi Liguria e Genova, Sinistra Universitaria Udu Genova, riflette una crescente insofferenza verso le violenze che affliggono la popolazione palestinese e un’urgenza di agire in difesa dei diritti umani fondamentali.
La Camera del Lavoro ha formalmente trasmesso un messaggio alla Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri, chiedendo un intervento deciso da parte del Governo italiano per garantire la sicurezza degli equipaggi e la realizzazione della missione umanitaria.
L’appello non si limita alla protezione degli operatori, ma si estende a una presa di posizione chiara e inequivocabile a favore della pace, della giustizia e del rispetto del diritto internazionale.
Al centro delle rivendicazioni vi è la denuncia di una delle più gravi violazioni del diritto internazionale perpetrata nei confronti del popolo palestinese, che richiede azioni concrete e immediate.
La CGIL, in linea con l’iniziativa della CES e delle federazioni europee di categoria, sollecita la Commissione Europea a sospendere l’Accordo di associazione UE-Israele e a interrompere il commercio di prodotti provenienti da insediamenti illegali, ritenendo che tali misure siano necessarie per promuovere una soluzione pacifica e duratura.
Le richieste specifiche avanzate dalla Camera del Lavoro di Genova vanno oltre la mera assistenza umanitaria, includendo: un immediato cessate il fuoco, la cessazione della fornitura di armi, un accesso illimitato agli aiuti umanitari, il rilascio di ostaggi e prigionieri politici, la fine dell’occupazione e, soprattutto, il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Questo approccio riflette una visione politica che mira a risolvere le cause profonde del conflitto e a promuovere un futuro di giustizia e dignità per il popolo palestinese, con la consapevolezza che la neutralità di fronte all’ingiustizia è complice della barbarie.