Un grave incidente ha scosso la città di Genova, mettendo in luce le fragilità che possono insidiare anche interventi apparentemente ordinari nel contesto lavorativo.
Un operaio, trentaquattro anni, ha subito una caduta di notevole altezza, precipitando in un’intercapedine a seguito del collasso di una grata metallica.
La dinamica, in fase di ricostruzione dettagliata, ha visto l’uomo impegnato in attività in quota, verosimilmente legate a manutenzione o riparazione, quando la superficie di supporto ha improvvisamente ceduto, proiettandolo in un vuoto di circa sei metri.
La caduta, oltre all’impatto traumatico, ha comportato una lesione a un arto, presumibilmente causata dall’urto contro una sporgenza metallica presente nell’intercapedine, descritta come una sorta di “trappola” a seguito del crollo.
La rapidità di risposta dei soccorritori è stata cruciale: personale del 118, con l’automedica attrezzata per emergenze complesse, i vigili del fuoco, con le loro competenze nella gestione di situazioni di rischio e recupero in spazi confinati, e gli ispettori del nucleo Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro della ASL 3, incaricati di avviare un’indagine approfondita sulle cause dell’incidente, si sono prontamente mobilitati.
L’evento, avvenuto in via delle Primule, solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza delle infrastrutture e sulla corretta applicazione dei protocolli di prevenzione in cantiere.
La presenza di colleghi testimonia la natura collaborativa del lavoro in corso, ma anche la potenziale esposizione del team a rischi analoghi qualora le misure di sicurezza non siano adeguate.
La stabilizzazione dell’operaio e il successivo trasporto in codice rosso all’ospedale San Martino, uno dei centri di riferimento per le emergenze mediche della regione, hanno favorito l’intervento immediato di specialisti, minimizzando potenzialmente le conseguenze più gravi.
Al momento, l’operaio non verserebbe in pericolo di vita, sebbene l’entità delle lesioni e la necessità di ulteriori accertamenti clinici siano fattori da monitorare con attenzione.
L’indagine avviata dagli ispettori ASL mira a determinare con precisione le cause del cedimento della grata: difetti strutturali, usura, mancato rispetto dei carichi massimi ammissibili, o magari la presenza di corrosione non rilevata durante le verifiche periodiche.
L’accaduto sottolinea la necessità di una cultura della sicurezza pervasiva, che coinvolga tutti gli attori del processo lavorativo, dalla progettazione alla realizzazione, passando per la formazione continua del personale e l’adozione di dispositivi di protezione individuale adeguati e costantemente verificati.
L’evento potrebbe portare a una revisione delle procedure di sicurezza in cantiere e a una maggiore attenzione alla manutenzione e ispezione delle infrastrutture esistenti, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie.