Il Golfo della Spezia, da secoli scrigno di biodiversità e fulcro dell’economia locale legata alla mitilicoltura, è oggi al centro di una complessa operazione che riorganizza le attività produttive per salvaguardare la qualità del prodotto e permettere interventi infrastrutturali cruciali.
 L’imminente dragaggio del Golfo, necessario per garantire la sicurezza e l’accessibilità del porto, impone un trasferimento temporaneo dei vivai di mitili, un’operazione che, pur apparentemente minima in termini di distanza, introduce cambiamenti significativi per gli operatori del settore.
Dal 28 ottobre 2023 e fino a giugno 2026, i 252 corpi morti di cozze, costituenti i vivai, saranno ricollocati in un’area marina situata al di fuori della diga foranea del Porto della Spezia, tra Lerici e Portovenere.
 Questa zona, attentamente selezionata, fungerà da area di allevamento temporanea, mantenendo viva una tradizione secolare ma in una configurazione inedita.
La decisione di spostare i vivai non è dettata da mera convenienza, ma da una necessità impellente: prevenire la potenziale contaminazione dei molluschi con i sedimenti e le sostanze organiche che i dragaggi inevitabilmente risolleveranno dal fondale.
 Questi materiali, accumulatisi nel corso dei decenni, potrebbero compromettere la qualità delle cozze spezzine, un prodotto rinomato per la sua eccellenza e profondamente radicato nell’identità del territorio.
La mitigazione del rischio di contaminazione si traduce però in una sfida operativa per i mitilicoltori.
 Abituati a operare all’interno del Golfo, protetti dalla diga foranea – un’imponente opera di ingegneria militare risalente al XIX secolo, originariamente concepita per difendere l’arsenale sabaudo – dovranno ora adoperarsi in un tratto di mare aperto, esposto alle correnti e alle condizioni meteorologiche.
 Questo implica una maggiore attenzione alla gestione delle coltivazioni e un adattamento alle nuove dinamiche ambientali.
L’operazione di trasloco rappresenta quindi un delicato equilibrio tra l’esigenza di modernizzare le infrastrutture portuali, vitali per lo sviluppo economico della regione, e la tutela di un patrimonio culturale e gastronomico inestimabile.
  È un atto che sottolinea la necessità di una gestione integrata del territorio, che consideri le implicazioni ambientali ed economiche di ogni intervento, e che coinvolga attivamente le comunità locali per garantire la sostenibilità a lungo termine delle attività produttive e la salvaguardia dell’ecosistema marino.
La transizione, seppur temporanea, testimonia la resilienza degli operatori del settore e la loro volontà di preservare la tradizione mitilicoltore spezzina, adattandosi alle sfide del futuro con innovazione e responsabilità.



 
                                    


