La Liguria affronta una sfida cruciale per la salute mentale dei suoi adolescenti, con un’impennata di disturbi che richiedono un intervento tempestivo e strutturato.
L’iniziativa promossa dal Gaslini, con il fondamentale sostegno della sua fondazione ‘Gaslininsieme’ e dell’associazione ‘C’è Da Fare’, guidata da Paolo Kessisoglu e Silvia Rocchi, che devolve 70.000 euro raccolti attraverso diverse iniziative, rappresenta una risposta concreta a questo emergente bisogno.
La donazione non è solo un gesto di generosità, ma un segnale di come la collaborazione tra istituzioni sanitarie, enti no-profit e comunità possa generare un impatto significativo.
L’aumento del disagio psichico tra gli adolescenti liguri, in particolare nelle aree più periferiche e con minore accesso ai servizi, si manifesta attraverso una complessa gamma di problematiche: dalla depressione debilitante, spesso accompagnata da disturbi del sonno e dell’appetito, all’autolesionismo come grido di aiuto disperato, fino all’ideazione suicidaria, un campanello d’allarme inaccettabile.
Il ritiro sociale, l’isolamento e la perdita di interesse per attività un tempo gratificanti completano questo quadro allarmante, con profonde ripercussioni non solo sui giovani stessi, ma anche sulle famiglie, le scuole e l’intero sistema sanitario.
Il progetto, concepito come un’interconnessione di risorse e competenze, si articola in due moduli distinti ma complementari.
Il primo modulo mira a rafforzare la presenza e l’efficacia dei servizi di Neuropsichiatria Infantile e Psicologia all’interno del Gaslini Diffuso, presente nei distretti di Imperia, Savona e Lavagna.
Questo significa potenziare l’offerta di prime visite e controlli specialistici ambulatoriali, garantire consulenze rapide e mirate nei reparti pediatrici e psichiatrici per i minori ospedalizzati, sfruttare le opportunità offerte dalla telemedicina per superare le barriere geografiche e promuovere incontri multidisciplinari e multiprofessionali per una visione olistica del paziente.
Il secondo modulo si concentra su percorsi psicoterapeutici intensivi rivolti a un gruppo ristretto di adolescenti particolarmente vulnerabili, offrendo una presa in carico psicoterapeutica continuativa e personalizzata della durata di un anno.
Questo approccio mira a fornire strumenti e strategie per affrontare le problematiche psicopatologiche più gravi, attraverso sedute settimanali individuali con psicologo e neuropsichiatra, un monitoraggio clinico strutturato per valutare i progressi e identificare eventuali criticità, e incontri di gruppo con i genitori per favorire la comprensione, il supporto e la coerenza educativa.
L’integrazione dei genitori nel percorso terapeutico è riconosciuta come un elemento cruciale per il successo del trattamento e per la promozione di un ambiente familiare più sano e supportivo.
Il progetto punta a creare un modello replicabile anche in altre realtà regionali, contribuendo a ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi di salute mentale per gli adolescenti.







