La Regione Liguria, in un’azione pionieristica a livello nazionale, intende rivoluzionare l’approccio alla cura e all’assistenza delle persone con disabilità.
A partire dal 30 settembre, due Aziende Sanitarie Locali (ASL 3 di Genova e ASL 4 di Chiavari) diventeranno laboratori di innovazione, avviando una sperimentazione volta a configurare un percorso integrato, centrato sulla persona e improntato ai principi fondamentali dell’autodeterminazione e dell’inclusione sociale.
L’iniziativa, annunciata dall’Assessore Regionale alla Sanità Massimo Nicolò, si propone di superare la frammentazione dei servizi esistenti, garantendo omogeneità e accessibilità, e di porre fine a un sistema spesso percepito come burocratico e poco sensibile ai bisogni individuali.
L’essenza del ‘Progetto di Vita’, come viene denominata l’iniziativa, risiede in un cambio di paradigma.
Si abbandona l’idea di un intervento standardizzato per abbracciare una visione olistica che tenga conto non solo delle necessità sanitarie, ma anche di quelle sociali, personali e aspirazionali.
La sperimentazione introduce strumenti innovativi volti a semplificare e ottimizzare il processo di presa in carico e integrazione socio-sanitaria.
In particolare, una fase preliminare di valutazione, affidata all’INPS, contribuirà a definire l’entità della disabilità e a quantificare i supporti necessari.
Un elemento cruciale è rappresentato dalla creazione di una ‘Centrale Unica per la Condizione di Disabilità’, collocata all’interno della società finanziaria Filse.
Quest’organismo fungerà da filtro iniziale, gestendo le domande presentate attraverso la piattaforma online dedicata e indirizzandole, successivamente, al Punto Unico di Accesso (PUA) per la presa in carico formale.
Questo meccanismo mira a decongestionare il PUA e a garantire una gestione più efficiente delle richieste.
Tuttavia, il fulcro della riforma è il ‘Progetto di Vita Individuale’.
Si tratta di un piano personalizzato, elaborato in maniera partecipata dalla persona con disabilità, che la mette al centro del processo decisionale.
Il progetto non si limita a definire interventi e terapie, ma si concentra sull’identificazione dei supporti necessari per consentire alla persona di realizzare le proprie aspirazioni, sviluppare il proprio potenziale e partecipare attivamente alla vita sociale, in condizioni di parità.
Questo approccio riconosce che la disabilità non è solo una condizione medica, ma anche un’esperienza esistenziale che influisce sull’identità, sulle relazioni e sul ruolo sociale dell’individuo.
L’Assessore Nicolò sottolinea come questa sperimentazione rappresenti un passo concreto verso una riforma nazionale ambiziosa, posizionando la Liguria come regione all’avanguardia in questo processo di cambiamento.
Il successo di questa iniziativa non si misura solo in termini di efficienza amministrativa, ma soprattutto nella capacità di costruire un sistema di supporto che rispetti la dignità e l’autonomia delle persone con disabilità, permettendo loro di costruire un futuro significativo e appagante.
L’esperienza acquisita durante la fase sperimentale servirà da base per una successiva estensione dell’iniziativa a livello regionale, con l’obiettivo di rendere il ‘Progetto di Vita’ un pilastro del sistema di welfare ligure.