La recente decisione del Comune di Genova di interrompere il progetto dello Skymetro, un’opera controversa che ambiva a collegare la Val Bisagno con il centro urbano attraverso un sistema di trasporto pubblico sopraelevato, ha generato un commento puntuale da parte di Legambiente Liguria, espresso dal suo presidente, Stefano Bigliazzi.
La posizione del Ministero delle Infrastrutture, in risposta, non si pone in termini di contrasto, ma di presa d’atto, in un riconoscimento implicito delle legittime ragioni che hanno portato alla scelta amministrativa.
L’interruzione dei lavori, lungi dall’essere percepita come un fallimento, viene interpretata come la conclusione di una fase di studio preliminare, volta a esplorare soluzioni ottimali per la mobilità nella Val Bisagno.
Questa distinzione è cruciale, poiché implica che le risorse finanziarie già impiegate in questa fase di analisi non devono essere considerate come finanziamenti impropri e quindi soggette a restituzione.
Un’interpretazione giuridica corretta e pragmatica, come sottolinea Bigliazzi, che evita complicazioni burocratiche e consente di guardare avanti.
Il nodo cruciale, tuttavia, risiede nella necessità di individuare un’alternativa che non replichi gli errori concettuali e le criticità ambientali sollevate nei confronti dello Skymetro.
La mobilità nella Val Bisagno rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio integrato e attento alla sostenibilità.
Le soluzioni devono tener conto non solo dell’efficienza del trasporto, ma anche dell’impatto paesaggistico, della qualità dell’aria e della sicurezza dei cittadini.
Legambiente, in questa prospettiva, ribadisce il suo sostegno a un sistema di trasporto pubblico basato sul tram, una modalità di trasporto efficiente, ecologica e integrabile nel tessuto urbano.
La proposta non si limita a una semplice preferenza tecnologica, ma riflette una visione più ampia di sviluppo urbano, che valorizza la mobilità dolce, la pedonalizzazione e la riqualificazione del patrimonio esistente.
Il futuro della mobilità nella Val Bisagno, pertanto, si apre a un nuovo percorso partecipativo, un processo inclusivo che coinvolga attivamente i cittadini, i comitati di quartiere, le parti sociali e le associazioni ambientaliste.
Questo approccio partecipativo non è solo una formalità burocratica, ma un imperativo etico, volto a garantire che le decisioni siano condivise e rispondano alle reali esigenze della comunità.
La trasparenza e il dialogo costruttivo rappresentano le fondamenta di un processo decisionale efficace e democratico, in grado di generare soluzioni innovative e durature, che coniughino progresso economico, tutela ambientale e benessere sociale.
La discussione deve superare le divisioni politiche e concentrarsi sul bene comune, guardando al futuro con un approccio pragmatico e responsabile.