Questa mattina, una delegazione composta da avvocati penalisti e magistrati ha compiuto una visita ispettiva presso il carcere di Marassi, a Genova, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Ristretti in agosto”, promossa dalle Camere Penali italiane.
L’iniziativa, guidata dalla presidente della Camera Penale Ligure, Fabiana Cilio, e dal segretario, Nicola Scodnik, ha visto la partecipazione attiva di due figure apicali dell’amministrazione giudiziaria: Nicoletta Guerrero, presidente della sezione dei giudici per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Genova, e Francesca Rombolà, sostituta procuratrice.
La loro presenza sottolinea una rinnovata sensibilità e una presa di coscienza, anche all’interno degli uffici giudiziari, rispetto alle complesse e spesso critiche dinamiche che caratterizzano il contesto penitenziario, sia per i detenuti che per il personale che vi opera.
“L’obiettivo primario di questa visita – hanno dichiarato Cilio e Scodnik – è quello di manifestare una concreta vicinanza e un’attenzione tangibile nei confronti delle problematiche che affliggono il sistema penitenziario.
Vogliamo contribuire attivamente, anche attraverso le risorse e le competenze della nostra associazione, a costruire un ponte solido tra il mondo carcerario e la società, facilitando un dialogo costruttivo e promuovendo iniziative volte a migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti.
“Il programma della visita ha incluso un incontro con la direzione del carcere, seguito da un sopralluogo nelle diverse sezioni detentive.
Tra le criticità emerse, spicca il problema del caldo, esacerbato dalle attuali ondate di calore e che rappresenta una vera e propria emergenza per la popolazione detenuta.
Riprendendo l’iniziativa dell’anno precedente, la Camera Penale ligure si appresta a donare una nuova fornitura di ventilatori, destinati prioritariamente ai detenuti in condizioni di maggiore vulnerabilità.
Tuttavia, le difficoltà che affliggono il carcere di Marassi, che attualmente ospita 675 detenuti, di cui oltre la metà di nazionalità straniera, trascendono la mera questione del comfort ambientale.
Gli avvocati penalisti hanno rilevato una serie di inadeguatezze strutturali e organizzative che compromettono il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti, portando a condizioni di vita spesso inaccettabili e favorendo l’insorgere di tensioni e conflitti sociali, come tristemente evidenziato da recenti episodi di disordini verificatisi nel territorio genovese.
La situazione è ulteriormente aggravata dalle risorse economiche limitate a disposizione del personale amministrativo e degli agenti di polizia penitenziaria, che si trovano quotidianamente a operare in un contesto estremamente difficile, faticando a garantire ai detenuti un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale dignitoso e rispettoso della loro umanità.
La visita rappresenta quindi un segnale di allarme, un appello a una riflessione più ampia e a un impegno concreto per promuovere un sistema penitenziario più giusto, efficiente e rispettoso dei diritti umani.