L’imperativo di ammodernare e mantenere la rete ferroviaria nazionale è innegabile, un investimento cruciale per la competitività del Paese. Tuttavia, l’approccio attuale, caratterizzato da interventi spesso isolati e non coordinati, rischia di compromettere l’efficienza del sistema logistico e, a cascata, l’intera economia italiana. L’allarme è stato lanciato da Davide Falteri, presidente di Federlogistica, che sottolinea come la mancanza di una programmazione partecipata, che coinvolga attivamente tutti gli stakeholder – Anas, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), Regioni, Associazioni di categoria e, soprattutto, gli operatori – stia generando una situazione di crescente preoccupazione.Il rischio non è meramente teorico: la mappa dei cantieri in corso e previsti rivela veri e propri “colli di bottiglia” potenzialmente paralizzanti. L’esempio più emblematico è la prevista interruzione totale delle connessioni ferroviarie verso il porto di Genova, uno snodo strategico del corridoio europeo Reno-Alpi, per un periodo di tre settimane. Un fermo di tale portata non solo metterebbe a dura prova il Nord Italia, ma ne indebolirebbe profondamente il ruolo di hub logistico nel bacino del Mediterraneo, con ripercussioni negative sulla competitività nazionale.La critica di Federlogistica non nega la necessità di migliorare la rete ferroviaria, bensì denuncia la sua gestione come un processo separato dalle esigenze operative delle imprese. L’efficienza logistica non si raggiunge attraverso interventi “nonostante” le aziende, ma “con” le aziende, instaurando un dialogo continuo e costruttivo. È imperativo abbandonare un modello di gestione infrastrutturale verticale e adottare un approccio orizzontale, basato sulla condivisione di informazioni e sulla ricerca congiunta di soluzioni ottimali.Per evitare un tracollo economico, Falteri propone tre azioni concrete: in primo luogo, la condivisione preventiva dei cantieri di rilevanza logistica con un anticipo minimo di sei mesi, offrendo agli operatori la possibilità di suggerire alternative o correzioni; in secondo luogo, l’attivazione di percorsi ferroviari alternativi o l’implementazione di piani compensativi che integrino ferro e gomma, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e associativi; e, in terzo luogo, l’istituzione di una cabina di regia pubblico-privato dedicata al monitoraggio dei cantieri, in grado di valutare in tempo reale i flussi deviati e gli impatti sulla filiera logistica.In sintesi, la modernizzazione della rete ferroviaria è un obiettivo prioritario, ma la sua realizzazione deve essere guidata da una visione integrata, che metta al centro le esigenze del sistema logistico e la partecipazione attiva degli operatori. Solo attraverso un approccio collaborativo sarà possibile evitare un “punto di rottura” e garantire la competitività del Paese nel contesto europeo e globale. Un fallimento in questa direzione significherebbe non solo un ingiusto freno alla crescita, ma un potenziale danno irreparabile alla reputazione dell’Italia come partner commerciale affidabile e efficiente.
Rete Ferroviaria a Rischio: Allarme per la Logistica Italiana
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