18 marzo 2025 – 06:45
Il destino di Giacomo Barbero si intrecciò in modo indelebile con la tragedia che colpì la sua famiglia quel fatidico 18 marzo del 2015. Mentre si dedicava alla preparazione degli agnolotti nella cucina di un ristorante immerso nelle verdi colline di Torino, ricevette una chiamata che avrebbe cambiato per sempre il corso della sua esistenza. Suo padre, informato dal sindaco Piero Fassino, gli comunicò la terribile notizia legata all’attentato terroristico a Tunisi e alla perdita della madre, Antonella Sesino, ex dipendente comunale.Dieci anni erano trascorsi da quella giornata funesta, ma il dolore ancora persisteva come un’ombra inguaribile nel cuore di Giacomo e dei suoi cari. La decisione di non voler più affrontare pubblicamente quei ricordi dolorosi era stata presa con fermezza, desiderosi soltanto di voltare pagina e riprendere in mano i frammenti infranti delle loro vite.Oggi, il Comune di Torino avrebbe dovuto inaugurare un piccolo giardino dedicato alla memoria di Antonella Sesino e delle altre vittime italiane dell’attacco al museo del Bardo. Una cerimonia carica di significati e simboli per onorare coloro che avevano perso la vita in quel tragico evento.La famiglia Barbero aveva combattuto da sola per anni alla ricerca di verità e giustizia su quanto accaduto durante quella vacanza che si trasformò in una tragedia senza fine. Il sacrificio e l’impegno profuso per mantenere viva la memoria dei propri cari erano stati riconosciuti dall’iniziativa della comunità locale, che aveva deciso di dedicare quel luogo verde alla signora Antonella Sesino.In mezzo al dolore e alla sofferenza, l’idea del piccolo giardino era emersa come un segno tangibile di ricordo e speranza. Grazie all’impegno dei consiglieri locali e al sostegno della cittadinanza, il nome di Antonella Sesino sarebbe rimasto impresso nei cuori e nelle menti dei torinesi per sempre.Mentre la città si preparava a commemorare i suoi caduti con rispetto e devozione, il giardino già battezzato con il nome della donna amata brillava come un faro luminoso nell’oscurità del passato. E così, tra memorie dolorose e speranze rinfrancate, Torino avrebbe continuato a tessere la trama intricata della sua storia, custodendo gelosamente i ricordi preziosi delle anime perdute ma mai dimenticate.