15 luglio 2024 – 20:45
Riccardo Mattone, un giovane attivista torinese di ventisette anni originario di Grugliasco, si trova a ricordare con paura e rabbia la notte vissuta in Cisgiordania. Era lì per aiutare la popolazione palestinese nella resistenza contro i coloni israeliani che, con violenza brutale, cercano di requisire arbitrariamente i terreni dei locali. Il 30 giugno era arrivato grazie a una missione umanitaria dell’associazione Mediterranea Saving Humans, ma il 3 luglio tutto è cambiato.Quella sera, Riccardo e gli altri attivisti si trovavano nel villaggio palestinese di AtTuwani quando arriva la segnalazione che i coloni stavano appiccando fuoco ai campi vicini. Decidono di intervenire per documentare e proteggere pacificamente quei terreni minacciati. Tuttavia, i coloni armati erano troppi e non hanno esitato a usare la violenza fisica contro gli attivisti. Riccardo si ritrova ferito e isolato, ma riesce a mettersi in contatto con la famiglia solo il giorno successivo grazie all’aiuto di un pastore locale.Il ritorno a casa è stato accolto con affetto da parte di tutti, compreso il padre Stefano che ha espresso orgoglio per l’impegno del figlio. Riccardo vuole ora raccontare pubblicamente quanto accaduto e sensibilizzare sull’ingiustizia subita dalla popolazione palestinese soggetta ad espropriazioni illegali delle proprie terre.Nonostante le conseguenze psicologiche del pestaggio subito, Riccardo non ha dubbi sulla sua scelta: tornerebbe sul campo perché la lotta dei palestinesi è anche la sua. Ammira profondamente la loro determinazione e sa che questa esperienza lo ha fatto crescere come attivista e come individuo consapevole della necessità di difendere i diritti umani in tutto il mondo.
