Il caso si è aperto con la denuncia della giovane, che ha raccontato ai magistrati di essere stata rapinata ed estorsa da un gruppo di ragazzi, tra cui l’imputato, nel corso di una serata trascorsa insieme in un parco. La vittima sostiene che il ragazzo avrebbe cercato di violentarla, ma è stata fermata dall’intervento di altri due coetanei presenti sul posto. La difesa dell’imputato si è concentrata sulla circostanza secondo la quale i due coetanei non hanno testimoniato al processo e non sono stati chiamati a deporre. La sostituta procuratore, Marina Izzo, ha sostenuto che l’intervento degli altri ragazzi abbia impedito il delitto ed è stato di grande aiuto per la vittima. Secondo le indagini condotte dai carabinieri, il ragazzo avrebbe cercato di estorcere denaro alla coetanea tramite messaggi Telegram e WhatsApp, ma l’intervento della polizia ha fermato l’aggressione. I genitori dell’imputato hanno negato qualsiasi coinvolgimento del loro figlio nelle violenze contro la giovane. Il giudice ha stabilito che il processo proseguirà con l’audizione delle altre due persone coinvolte nell’accusa di estorsione e rapina, tra cui i genitori dell’imputato accusati di connivenza e complicità in quanto hanno coperto le responsabilità del figlio.
Giovane vittima di estorsione e rapina: due persone sotto processo
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