12 dicembre 2024 – 21:46
La fotografia è un’arte complessa, che va ben oltre il semplice atto di premere un bottone. Queste parole di Guido Guidi, nato nel 1941 e considerato uno dei più grandi Maestri della fotografia in Italia, ci introducono al suo straordinario lavoro. Il Maxxi dedica una mostra monografica dal titolo “Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024”, la più ampia mai realizzata sul suo percorso artistico. In parallelo, si apre anche la mostra “The Large Glass”, curata da Alex Da Corte, artista concettuale americano del 1980, che inaugura una nuova prospettiva nel programma espositivo del museo.Emanuela Bruni, consigliera reggente della Fondazione Maxxi, sottolinea con orgoglio l’importanza di avere mostre in tutte e cinque le gallerie del museo, spaziando dalla moda all’architettura fino alla fotografia. Un traguardo importante che viene festeggiato dopo tanto impegno. La mostra di Alex Da Corte stupisce con opere innovative che mescolano materiali e concetti diversi, mentre quella su Guidi ripercorre i primi 70 anni della sua carriera attraverso oltre 500 opere e numerosi inediti.La collaborazione con Archivio Guido Guidi, CCA – Canadian Centre for Architecture e ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ha permesso di creare una mostra articolata su due piani: quello delle stampe fotografiche e quello delle teche con materiali d’archivio densi di significato. Dai suoi esordi negli anni Sessanta alle riflessioni più recenti sugli strumenti fotografici come veri e propri ‘intelligenti’, l’esposizione offre uno sguardo approfondito sulla sua evoluzione artistica.Guido Guidi racconta con affetto i suoi esordi nella fotografia e il suo amore per catturare istanti unici. Con umiltà ammette che questa mostra è solo una minima parte del suo vastissimo archivio creativo. Il Maestro invita gli allievi a guardare attentamente il mondo circostante senza preconcetti e a concentrarsi sulla visione anziché sulle parole.Il Comune di Cesena renderà omaggio a Guido Guidi con una mostra dedicata alle sue fotografie degli anni ’80 nel territorio cesenate e romagnolo. Le sue immagini sono destinate ad arricchire la collezione della Biblioteca Malatestiana. Infine, il Maestro consiglia ai giovani fotografi di dedicarsi alla visione pura, dimenticando le parole e apprendendo a osservare con occhi nuovi il mondo che li circonda.