“Harvest”: il ritorno di Athina Rachel Tsangari a Venezia con un’epica rurale.

Date:

04 settembre 2024 – 20:46

Il ritorno della regista greca Athina Rachel Tsangari al Festival del Cinema di Venezia con il suo film “Harvest” segna un evento atteso dopo molti anni. Il film, tratto dal romanzo omonimo di Jim Kreis, ci trasporta in un villaggio senza nome dell’Inghilterra medievale durante l’epoca degli Enclousers Acts, leggi che favorivano i grandi proprietari terrieri a discapito dei piccoli contadini. In questo contesto, tre misteriosi forestieri giungono nel villaggio in un momento critico: la fine della stagione del raccolto. Tuttavia, anziché essere accolti festosamente, i nuovi arrivati diventano oggetto di sospetto e superstizione da parte degli abitanti locali.Il protagonista principale è l’agricoltore Walter Thirsk, interpretato da Caleb Landry Jones, che si trova a dover affrontare le conseguenze dell’arrivo dei forestieri insieme al padrone terriero Charles Kent, interpretato da Harry Melling. La regista sottolinea che “Harvest” è un film che pone domande fondamentali sul nostro rapporto con la terra e sulle scelte che determineranno il nostro futuro. Si interroga su cosa abbiamo fatto fino a oggi e su come possiamo preservare il nostro ambiente comune.Tsangari descrive il suo film come uno sguardo sul passato per comprendere meglio il presente e proiettarci verso un futuro incerto ma necessario. Rappresentando una comunità agricola alle prese con cambiamenti epocali portati dai forestieri, “Harvest” mette in luce le prime crepe della rivoluzione industriale e invita lo spettatore a riflettere sulle implicazioni di tali trasformazioni sulla nostra società.Infine, la regista chiude con una nota poetica sulla natura transitoria delle vicende umane: il futuro rimane fuori dall’inquadratura dello schermo, lasciando spazio alle persone comuni e imperfette che devono affrontare le sfide della propria epoca. Con una visione artistica suggestiva e malinconica, Tsangari immagina il suo film come un dagherrotipo esposto gradualmente alla luce del crepuscolo, catturando istanti fugaci di una storia universale destinata a sfumare nel tempo.

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