I Critici del Decreto Legge 145, un Nuovo Scandalo Giudiziario in Italia?

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Il decreto-legge 145 del 2024, con la sua disciplina innovativa sul processo di Cassazione relativo alla convalida del trattenimento dello straniero espulso o richiedente protezione internazionale, ha suscitato numerose controversie su piani giuridico e costituzionale. La criticità centrale risiede nella violazione del diritto di difesa garantito dalla Costituzione italiana, connesso alla prevedibile mancanza d’intervento delle parti nel processo in camera di consiglio che la Cassazione conduceva per tale specifica materia.In particolare, si sostiene che l’applicazione della normativa relativa al Mandato d’arresto europeo consensuale costituisce un’anomalia rispetto ai principi fondamentali del processo di Cassazione. Secondo questo principio, la stessa Corte Suprema avrebbe il dovere di garantire un giudizio equo e imparziale, che non può prescindere dall’intervento delle parti interessate. In particolare, se si tratta della convalida del trattenimento del richiedente protezione internazionale o dell’espulso straniero, è fondamentale garantire un controllo rigoroso e imparziale che tenga conto delle esigenze specifiche di difesa.L’applicazione della normativa per il Mandato d’arresto europeo consensuale in questo contesto rappresenta quindi una sorta di eccezione, se non addirittura di violazione del diritto alla tutela giurisdizionale effettiva. Non solo, ma la mancanza dell’intervento delle parti e la decisione della Corte Suprema in camera di consiglio ridurrebbero inevitabilmente l’efficacia della protezione offerta dal sistema giuridico. Inoltre, è bene sottolineare come questo tipo di intervento sulla disciplina processuale della convalida del trattenimento nello straniero espulso o richiedente protezione internazionale non sia nuovo nella legislazione italiana. In passato, infatti, sono stati introdotti altri interventi normativi che hanno sostanzialmente alterato le regole del gioco in materia di processo di Cassazione per tali questioni, con l’effetto di limitare ulteriormente il ruolo della Corte nella garanzia dei diritti fondamentali.In generale, la questione sollevata dal decreto-legge 145 riguarda l’esigenza che le Corti supreme garantiscano sempre e comunque un processo giurisdizionale equo, imparziale ed effettivo. La costituzionalità di questa disciplina processuale è ancora oggetto di dibattito in Italia e rappresenta una delle questioni più complesse affrontate dalla Corte Costituzionale italiana negli ultimi anni.

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