Il bacio sulla banchina triestina: un simbolo del nostro passato, raccontato attraverso lo sguardo intenso e caldo di Ugo Borsatti è senza dubbio uno dei documenti più affascinanti della storia d’Italia. Un’immagine, scattata nel 1954 a Trieste in una delle poche occasioni felici che segnarono la sua riconquista da parte dell’Italia, dopo quasi quarant’anni di dominazione austro-ungarica e successivamente jugoslava. Un istante semplice, ma profondamente significativo, che rappresenta l’incontro tra due mondi diversi e che dà un’impressione della grande commozione dei triestini per il loro ritorno in Italia.La fotografia è apparsa sul Corriere della Sera del 15 giugno 1954, ed ha immediatamente conquistato gli animi. In essa si può scorgere la figura di un giovane, con i capelli radiosi e vestito come all’epoca si faceva nel mondo civile: il bacio sulla banchina, infatti, è l’improbabile gesto di commiato tra due innamorati in procinto di essere separati per molto tempo dalla guerra. L’uomo sembra avere il suo viso nascosto dal collo del cappotto e la mano si affretta a coprirlo mentre stringe all’altro laccio. La storia, infatti, ci ha già raccontato di tante partenze dolorose: quelle di ieri, ma anche quelle di oggi: le giovani coppie che vanno via per raggiungere le regioni più povere del nostro paese o all’estero per cercare lavoro.Il bacio sulla banchina di Trieste, invece, è un ricordo d’amore di due innamorati in procinto di essere separati a causa della guerra. Sembra quasi che la foto si sia sviluppata dal nulla e che i due giovani siano appena tornati da una breve vacanza estiva insieme ai genitori, ma il più grande segreto che nascondevano era quello del loro amore.
Il bacio sulla banchina triestina: un simbolo di passato racconta la storia d’amore in tempo di guerra.
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